Zelensky a Berlino: “Tirate giù il muro fra noi e l’Ue”

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky para ai membri del bundestag dallo schermo della video conferenza. ANSA/EPA/CLEMENS BILAN

BERLINO. – “Cancelliere, tiri giù questo muro e dia alla Germania le leadership che merita! Ci aiuti a fermare questa guerra”. A riproporre in chiave moderna il celebre appello di Ronald Reagan pronunciato in piena Guerra Fredda è stato Volodymyr Zelensky, che stavolta si è collegato in video con il Bundestag, con il chiaro obiettivo di scuotere le coscienze dei tedeschi.

In un discorso durissimo, il presidente ucraino non ha risparmiato le accuse, toccando diversi complessi del Paese dal passato insopportabile. Zelensky ha denunciato la nascita di un muro invisibile che divide l’Ucraina dall’Europa. “Non è un muro di Berlino. È un muro fra la libertà e la mancanza di libertà. Un muro che diventa più alto ad ogni bomba caduta e per ogni decisione mancata”. Ed è arrivato a parlare “nel nome degli ucraini sopravvissuti nella Seconda guerra mondiale”, quando proprio i tedeschi portarono distruzione nel Paese, 80 anni fa.

Kiev vuole l’embargo dell’energia russa, l’esclusione completa delle banche dal sistema Swift, l’ingresso nell’Ue e la no-fly zone. E Zelensky ha accusato la Germania di esitare ai danni dell’Ucraina, privilegiando le ragioni economiche.

I russi seminano distruzione “senza fare distinzioni fra militari e civili”, ha detto. “108 bambini sono morti, nel cuore dell’Europa nel 2022”, ha incalzato. Ma la Germania continua a rispondere “economia, economia, economia”. I parlamentari, che lo avevano accolto con un fragoroso applauso e un’ovazione, si sono alzati in piedi anche alla fine del discorso. Mentre Olaf Scholz ha reagito a stretto giro, dalla cancelleria, a margine di un incontro con il segretario generale della Nato: “Le parole di Zelensky hanno lasciato una forte impressione e noi siamo al fianco dell’Ucraina. La Germania fa e farà la sua parte, e si riconosce senza se e senza ma nell’Alleanza atlantica. Ma una cosa va detta con chiarezza: la Nato non entrerà nel conflitto”.

Una replica arrivata mentre il parlamento litigava sulla decisione del governo di evitare una discussione in aula sull’intervento. Dopo i venti minuti del suo discorso, infatti, si è passati direttamente agli altri ordini del giorno, (compresi gli auguri a un deputato per il compleanno) e al dibattito sull’introduzione di un obbligo del vaccino anticovid.

Una precisa scelta dell’esecutivo, che ha voluto ascoltare le ragioni degli ucraini senza commenti, né repliche, ricevendo per questo aspre critiche dalla stampa (‘Una vergogna per il Bundestag’, per la Welt e la Bild) e dall’opposizione. Scholz è poi tornato a commentare il discorso in serata: “Mi ha molto commosso – ha rivelato -, anche io sono stato a Kiev e abbiamo parlato a lungo, da soli. Ma sentirlo come rappresentante di una nazione rivolgersi al Bundestag è una cosa diversa”.

Il cancelliere non è mai entrato nel merito delle critiche, e ha sottolineato che la Germania è da tempo impegnata nelle sanzioni contro Mosca insieme agli alleati, promettendo nuovi aiuti. Anche il capo dell’Alleanza atlantica ha affermato che si debba “assolutamente evitare un’ulteriore escalation del conflitto”. E Jens Stoltenberg, che ha incontrato sia il cancelliere che la ministra degli Esteri in giornata a Berlino, ha ringraziato la Germania per la velocità della reazione, con la decisione di portare al 2% del Pil le spese per la difesa, lo stanziamento di 100 miliardi per l’esercito e la dislocazione delle sue truppe a difesa del fianco est della Nato.

Anche il vice cancelliere Robert Habeck ha commentato il discorso “toccante ed esigente” del presidente ucraino. “Tutti dobbiamo chiederci cosa possa ancora fare la Germania”. La risposta è stata anche l’annuncio di un piano di efficienza energetica che servirà a raggiungere l’obiettivo di rendersi più autonomi dall’energia russa. A questa per ora, aveva spiegato qualche giorno fa, i tedeschi non possono rinunciare, perché rischierebbero il blackout nel giro di qualche settimana.

(di Rosanna Pugliese/ANSA).

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