Bollette, pressing dei partiti: “Governo intervenga contro le compagnie”

Energia elettrica, piloni alta tensione.
Energia elettrica, piloni alta tensione.

ROMA. – Sull’emergenza energia la parola chiave diventa ‘subito’ o il prima possibile. La ripetono in coro, trasversalmente, i partiti per chiedere al governo un intervento urgente per frenare l’impennata dei prezzi dei carburanti e il caro energia. Dal Pd alla Lega fino a Fratelli d’Italia e Movimento 5 stelle, tutti sembrano mettere il governo alle strette perché non aspetti la regia europea, per muoversi.

Sarebbe questo, invece, principalmente l’orientamento di Palazzo Chigi come emerso nei giorni scorsi, per un’azione coordinata a livello europeo che fissi un tetto massimo al prezzo del gas. La rammenta il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Vincenzo Amendola parlando a Rai 3 degli step della cosiddetta ‘unione dell’energia europea’: “Abbiamo dato mandato alla Commissione di lavorare nelle prossime settimane su un meccanismo per il controllo del prezzo del gas”.

Oltre all’accordo di “ridurre di 2/3 (pari a 30 miliardi di metri cubi)”, le importazioni di gas dalla Russia entro la fine dell’anno. Strategie condivise ma che hanno tempi lunghi e a cui si aggiungerebbero misure nazionali su cui Palazzo Chigi sta lavorando e che potrebbero essere sul tavolo del Consiglio dei ministri a metà settimana. Parallelamente alla ricerca di nuovi approvvigionamenti di fonti, in alternativa alla Russia.

“Accresceremo la partnership energetica anche con l’Angola”, annuncia in proposito il ministro degli Esteri, Luigi di Maio da Luanda, seconda tappa della sua missione africana dopo la visita di ieri in Congo con l’ad di Eni Descalzi. Ma di fronte al rischio, sempre più incombente, di uno stop ai servizi e al sistema produttivo, sale il pressing dei leader che si differenzia solo sulle proposte concrete.

Così ad esempio il centrodestra martella sul taglio delle accise che, insieme all’Iva pesa per il 64% sul prezzo finale del carburante, mentre la sinistra invoca azioni rapide e mirate contro le compagnie petrolifere. A chiamarle in causa apertamente è il segretario del Pd, Enrico Letta dopo le accuse mosse dal ministro della Transizione ecologica sul boom della benzina: “Credo che il ministro Cingolani abbia ragione nel dire che gli aumenti sono una truffa, perché talmente smisurati che non hanno un senso logico ed economico”, premette a margine dell’assemblea dei verdi.

Quindi espone la sua ricetta: “Il governo deve intervenire come si fa di fronte a una truffa, a gamba tesa e immediatamente”. Perciò non esclude il ricorso allo scostamento di bilancio, ma osserva: “In questo caso l’intervento va fatto nei confronti delle compagnie”.

Incalza l’esecutivo anche Nicola Fratoianni di Sinistra italiana rivolgendosi al ministro: “Se c’è una truffa e tu sei il governo, allora intervieni di conseguenza e subito. Non ti fermi alle interviste. E fai un atto che mette un tetto ai prezzi dell’energia e dei carburanti”. Poi aggiunge: “Se non lo fa lui, lo faccia Draghi”.

Un’altra opzione è la tassazione degli extra profitti delle compagnie energetiche, come chiede Patty L’Abbate, senatrice dei 5 Stelle e componente del comitato Transizione ecologica. Dal Pd arriva, inoltre, la proposta di “un assegno energia” per le famiglie con i redditi più bassi. Idea che Roberto Calenda boccia come “l’ennesimo sussidio”, spingendo invece sul costo di energia e benzina con “taglio/spalmatura nel tempo di oneri e accise”.

Proprio sulla riduzione delle accise batte il centrodestra. Lo fa il numero due di Forza Italia, Antonio Tajani in versione Twitter e lo segue Matteo Salvini che chiede “risposte eccezionali” sia al governo italiano sia a Bruxelles. “Abbiamo chiesto a Draghi di intervenire subito, con tutti i soldi necessari – rimarca il leader leghista – bloccando Iva e accise e sospendendo restrizioni e divieti che ostacolano il lavoro, a partire dal super green pass”.

Denuncia le accise italiane “tra le più alte d’Europa, la forzista Anna Maria Bernini che conclude: “E’ ormai chiaro che serve un nuovo, urgente scostamento di bilancio”. Insiste su tempi stretti per un intervento anti speculazione pure Giorgia Meloni: “Non c’è più un minuto da perdere, non fermare gli speculatori significa fare il loro gioco. Il governo intervenga. Adesso”.

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