Bce e Ucraina, Borse ko, vola spread. Milano meno 4%

La borsa di Francoforte. (ANSA)

MILANO.  – Le speranze per i colloqui tra Russia e Ucraina che avevano fatto rimbalzare violentemente le Borse mondiali mercoledì si trasformano in un boomerang dopo gli esiti deludenti dell’incontro tra i ministri degli esteri dei due Paesi, Lavrov e Kuleba.

A fine giornata i listini del Vecchio Continente si leccano le ferite e contano 159 miliardi di euro di capitalizzazione bruciata, di cui 23,9 solo a Milano, cenerentola in Europa.

A complicare ulteriormente la giornata ci si mette la Bce, più aggressiva del previsto nell’annunciare che il Qe andrà in soffitta nel terzo trimestre del 2022. L’annuncio testimonia come a Francoforte le preoccupazioni per l’impennata dei prezzi – altro nervo scoperto per gli investitori – siano di gran lunga superiori ai timori per gli impatti sulla crescita derivanti dalla fine degli acquisti di bond. Valutazioni che peraltro trovano conferma nel dato sull’inflazione americana a febbraio (+7,9%), il più alto da quarant’anni.

Milano ha indossato la maglia nera (-4,2%), davanti a Francoforte (-2,9%), Parigi (-2,8%) e Londra (-1,3%) mentre Wall Street ha imboccato da subito la strada del ribasso, con il Nasdaq in calo di oltre il 2% e l’S&P 500 dell’1,3%. Gli effetti delle decisioni della Bce si sono però manifestati con più forza sul fronte dei bond sovrani, i cui rendimenti sono saliti in tutta l’Eurozona, con l’Italia in testa: quelli del Btp decennale sono schizzati di 22 punti base a un passo dall’1,9% mentre lo spread con il bund si è allargato di 16 punti, a 163.

“Gli acquisti di asset sono stati particolarmente importanti nel

limitare il costo del denaro in Italia e la loro riduzione ha già portato i mercati a preoccuparsi nuovamente del futuro del debito italiano”, ha detto Oliver Blackbourn, gestore di Janus Henderson Investors.

In Borsa sono andate male soprattutto auto e banche, con i titoli più esposti alla Russia ancora una volta in testa alla vendite, complici le minacce di nazionalizzazione da parte di Mosca. A Piazza Affari sono sprofondati Iveco (-7,7%), Intesa (-7,6%), Stellantis e Unicredit (-7,2%), assieme ad Azimut (-11%) e Bper (-7,5%) i titoli peggiori del listino.

Sul fronte dell’energia la giornata è stata molto volatile, con il brent che dopo essere arrivato a sfiorare quota 120 (+6,5%) ha ripiegato verso i 110 dollari al barile. Terza seduta consecutiva in calo anche per il gas europeo (-14,7% a 133 euro) mentre i flussi dalla Russia transitano regolarmente e la Ue sta cercando alternative a Mosca. Resta infine svalutatissimo il rublo, che scambia a 135 contro il dollaro.

(di Paolo Algisi/ANSA).

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