L’Ue inasprisce le sanzioni ma ora è allarme crescita

Bandiere dell'Europa di fronte al Palazzo sede della Ue a Bruxelles.
Bandiere dell'Europa di fronte al Palazzo sede della Ue a Bruxelles. (ANSA)

STRASBURGO.  – Il sostegno all’Ucraina sarà fermo e compatto, la  volontà politica di creare un’Europa della difesa unanime, la possibilità di istituire un Recovery Plan per l’energia vicino allo zero.

Sono queste le premesse del vértice di Versailles che segnerà l’apice del semestre di presidenza europeo della Francia prima della campagna elettorale transalpina.

Il summit, pensato come prestigioso “brainstorming” per cambiare il Patto di Stabilità, sarà invece inondato dall’emergenza ucraina.

L’Ue, alla vigilia della riunione, ha inasprito le sue sanzioni estendendole ad altre 160 membri della nomenclatura russa e aumentando il raggio delle misure anche per la Bielorussia. Ma, per la prima volta, ha ammesso che la crescita del 4% prevista nel 2022 rischia di essere un miraggio.

Il tema energetico sarà uno dei principali sul tavolo dei leader. Il punto di partenza è il pacchetto RePowerEu varato nelle ore scorse dalla Commissione Ue. E difficilmente si andrà oltre. L’emissione di eurobond per finanziare le spese energetiche, spiegano fonti europee, non è all’ordine del giorno nonostante il pressing di alcuni Paesi, Francia in primis.

Tutti con l’obiettivo di ottenere un Recovery per l’energia che sostenga le spese degli Stati Ue per aiutare imprese e famiglie intrappolate nel ‘caro energia’. Ma Bruxelles – con la Commissione stessa segnata da sensibilità diverse –  tentenna. La transizione energetica è uno “dei pilastri del Recovery Plan, spendiamo prima i soldi che abbiamo”, spiegano fonti Ue.

Chi non ha ancora fatto domanda (non è il caso di Roma) per i prestiti assegnati dal Next Generation Ue, chiaramente potrà farlo direzionandoli sull’emergenza gas. E il settennato del budget Ue 2021-2027, essendo appena iniziato fornisce dei margini di flessibilità. Eppure gli Stati membri sull’energia scalpitano e la Grecia si avvicina a Versailles con una proposta che a Roma non può dispiacere: quella di fissare un tetto ai prezzi sul gas.

Sul piano delle sanzioni l’embargo a gas e petrolio decretato da Usa e Gran Bretagna per il Vecchio Continente resta un tabù. Germania, Olanda ma anche Ungheria hanno già espresso la propria contrarietà. Il premier italiano Mario Draghi, parlando alla Camera, ha osservato come le sanzioni, per durare, “devono essere sostenibili”.

Bruxelles “si accontenta” di proseguire nell’allargamento della sua black list, agravando alcune sanzioni – come l’esclusione di alcune banche da Swift – anche alla Bielorussia. Più urgente, forse, preparare le contromisure alla chiusura dei rubinetti energetici da parte di Mosca. “Un piano d’emergenza è sul tavolo ma sarà approfondito nel Consiglio europeo di fine marzo”, spiega un alto funcionario Ue.

Il sostegno politico all’Ucraina, quello sì che non avrà alcuna crepa. I leader dell’Ue si vedranno a poche ore dal bombardamento dell’ospedale pediatrico di Mariupol e mentre, in Turchia, sarà incorso l’incontro tra il russo Serghei Lavrov e l’ucraino Dmytro Kuleba. É possibile che la Dichiarazione di Versailles faccia riferimento alla richiesta di adesione all’Ue dell’Ucraina. Puntando sulla difesa dei valori europei che accomuna l’Unione e Kiev e certificando, così, che la procedura per l’Ucraina, comunque vada a finire la guerra, sarà ben più breve di quella assegnata ai Paesi baltici.

Del resto, in un’ipotetica tregua che sancisca il “mai Kiev nella Nato” una prospettiva europea, per l’Ucraina, potrebbe fare da contraltare. E in questo scenario, nelle conclusioni, potrebbe comparire anche una ‘clausola di mutua assistenza’ tra Ue, Svezia e Finlandia dopo la richiesta arrivata dai due Paesi scandinavi in ossequi all’articolo 42 dei Trattati.

(dell’inviato Michele Esposito/ANSA).

Lascia un commento