Draghi porta il dossier energia a Bruxelles, tetto prezzi

Il premier Mario Draghi con la presidente della Cpommissione Europea Ursula von der Leyen durante la conferenza stampa nel Global Health Summit a Villa Pamphilij, Roma.
Il premier Mario Draghi con la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen durante la conferenza stampa nel Global Health Summit a Villa Pamphilij, Roma. Archivio ROBERTO MONALDO/ LAPRESSE/ POOL/ ANSA

ROMA. – Differenziare la fonti approvvigionamento energetico, rendere l’Italia sempre meno dipendente dalla Russia, perorare la causa di un tetto comune ai prezzi del gas. Con questo triplice obiettivo il premier Mario Draghi e il ministro Roberto Cingolani voleranno a Bruxelles per vedere la presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen. Un incontro che vedrà confermati gli impegni assunti dall’Italia in materia di transizione ecologica e che farà da apripista al prossimo vertice di Versailles.

“Rafforzando i legami con il Qatar, e con altri Paesi, ci rendiamo autonomi anche da eventuali ricatti dal gas russo”, annuncia da Doha il titolare della Farnesina, Luigi Di Maio.

Se il governo è concentratissimo sul dossier energia, per la maggioranza si apre un’altra settimana parlamentare bollente, con ben due voti a rischio solo nella giornata di martedì: il nuovo emendamento sul catasto da cui riprenderanno i lavori della commissione Finanze di Montecitorio; e la proposta di FdI sul presidenzialismo che inizierà il suo iter in Affari Costituzionali.

A Bruxelles Draghi parlerà con von der Leyen anche dell’ondata di rifugiati in arrivo dall’Ucraina in guerra, ma il piatto forte, con ogni probabilità, sarà il capitolo energia. Cingolani ha già spiegato come servirà riaumentare le estrazioni dai giacimenti di gas italiani e vendere le rinnovabili “a prezzi equi”.

Di Maio, che dopo la missione in Algeria è volato in Qatar con l’ad dell’Eni, Claudio Descalzi, annuncia “che le autorità qatarine si impegneranno a rafforzare la partnership energetica con l’Italia. Abbiamo definito un piano italiano di sicurezza”. Per garantire la “stabilità” del Paese “bisogna accelerare il processo di diversificazione” degli approvvigionamenti. Sullo sfondo resta “il progetto energetico europeo”, un tema su cui il governo italiano insisterà nei prossimi vertici europei.

La crisi ucraina, al centro dell’impegno dell’esecutivo, cade in un momento di sfilacciamento della maggioranza. Dopo il voto che giovedì ha salvato per un soffio la riforma del fisco – e il governo -, il rischio imboscata sul catasto, su cui Palazzo Chigi ha già chiarito di voler tirare dritto, è ancora dietro l’angolo. E la pietra d’inciampo è un emendamento soppressivo, questa volta presentato dell’opposizione.

Il presidente della commissione Luigi Marattin (Iv) ostenta sicurezza sui numeri che “ci sono stati giovedì e ci saranno martedì”, ma avverte: se FI e Lega votassero una proposta dell’opposizione, “politicamente” sarebbe “molto più grave”. La revisione dei criteri per la mappatura catastale, con alcune sfumature, vede il centrodestra – da FdI a FI – contrario. La Lega è schierata su una linea dura e Matteo Salvini promette battaglia: “Mettere le mani nelle tasche dei contribuenti non ha niente a che fare con le riforme e con il Pnrr. Ci siamo opposti e ci opporremo”.

Anche in Forza Italia il mantra resta il “no a nuove tasse sulla casa”, ma gli azzurri sembrano più dialoganti e aperti a possibili tentativi di mediazione: domani si riuniranno appositamente. Fratelli d’Italia, se da un lato invoca coerenza chiedendo di votare no alla delega fiscale, dall’altro si prepara, con la sua proposta sul presidenzialismo, a spaccare di nuovo la maggioranza.

Insomma, nelle prossime settimane il governo navigherà in acque agitate. E per affrontarle la parola d’ordine è il confronto. Sulla concorrenza il termine degli emendamenti è stato fissato al 14 marzo, mentre sugli appalti, attesi nell’Aula al Senato mercoledì, si cerca una mediazione.

(di Paola Lo Mele/ANSA)

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