Presidente Mattarella alla messa con ucraini: “Fare tutto quanto si può”

Il Presidente Mattarella al termine della messa presso la Basilica di Santa Sofia a Rom
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al termine della messa presso la Basilica di Santa Sofia a Roma, 6 marzo 2022. (Foto di Paolo Giandotti - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

ROMA. – “Faremo tutto quello che si può”. Il presidente Sergio Mattarella lo assicura a don Marco Yaroslav Semehen, il sacerdote che presiede a Roma l’Associazione religiosa “Santa Sofia” per i cattolici ucraini, ribadendo personalmente il sostegno dell’Italia al popolo ucraino dopo l’aggressione militare subita da parte della Russia.

Il Capo dello Stato va a messa alla Basilica di Santa Sofia, la chiesa nazionale a Roma degli ucraini, nella periferia della capitale. Nella basilica decorata con mosaici e con le caratteristiche cupole cirilliche c’è il centro di raccolta degli aiuti che da Roma si stanno mandando alla popolazione ucraina.

Dall’inizio del conflitto, da lì sono partiti per l’Ucraina già 12 camion carichi di derrate alimentari, indumenti e medicine. Mattarella prende posto nel piazzale davanti al Sagrato dove don Marco celebra in ucraino l’Eucaristia nella prima domenica di Quaresima, un momento forte nel calendario liturgico della Chiesa di Kiev. Il sacerdote lo ringrazia “per la sua presenza con il popolo ucraino di Roma in questi momenti così difficili per il nostro Paese”.

Un ringraziamento che è diretto, per il tramite del Capo dello Stato, “a tutto il popolo italiano, nel quale vediamo i nostri fratelli”. E qui arriva l’impegno a don Marco da parte di Mattarella, che segue l’evolversi del conflitto con attenzione e preoccupazione, tenendosi in stretto contatto con il governo e con i vertici delle Forze armate.

“Faremo tutto quello che si può”, dice al sacerdote guardandolo negli occhi e tenendogli le mani. Dopo aver visitato la chiesa, una bambina regala a Mattarella una bandiera ucraina. Il presidente della Repubblica prende il vessillo giallo-blu e lo tiene stretto tra le mani per tutto il tempo in cui incontra fedeli e volontari che lì da giorni stanno raccogliendo aiuti per la popolazione ucraina.

Impegnato a garantire il sostegno dell’Italia a Kiev anche il premier Mario Draghi, che oggi ha sentito il presidente ucraino Zelenski e lunedì sarà a Bruxelles: con Ursula Von der Leyen affronterà il tema dei profughi, i cui arrivi dall’Ucraina nel nostro Paese aumentano giorno dopo giorno.

La vicinanza di politica e istituzioni all’Ucraina viene ribadita da Enrico Letta, che partecipa a una manifestazione per l’Ucraina nel centro storico di Roma. “Siamo qui per dimostrare che siamo con voi, che siamo la stessa cosa. Ucraina libera vuol dire Europa libera. Siamo tutti dalla parte della libertà e della democrazia: è una battaglia che durerà fino a quando l’Ucraina non verrà liberata”, promette il segretario del Pd, invocando con forza l’unità delle forze politiche.

“La cosa peggiore che possa capitare sono divisioni e spaccature. È esattamente quello che vuole Putin. Per questo non sentirete da me nessuna parola che aiuti questo volere di Putin”, spiega all’indomani della piazza pacifista contraria all’invio di armi a Kiev.

Mentre il presidente della Camera Roberto Fico ribadisce che “compiere ogni sforzo contro le atrocità della guerra è un dovere assoluto”, Matteo Salvini lavora in silenzio alla ‘missione’, nei prossimi giorni al confine polacco, per portare aiuti alla popolazione ucraina.

(di Francesco Bongarrà/ANSA)

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