Pressing teologi e vescovi sulla Chiesa di Mosca: “Stop guerra”

In una foto del 2016 Papa Francesco con il Patriarca di Russia Kirill.
In una foto del 2016 Papa Francesco con il Patriarca di Russia Kirill. EPA/ALESSANDRO DI MEO

ROMA. – Le Chiese cristiane continuano il loro pressing sul Patriarcato di Mosca: Kirill in questo momento è l’unico che può parlare direttamente con Vladimir Putin per fermare la guerra ma ad oggi non c’è nessuna sua presa di posizione. Scendono in campo vescovi e teologi perché una delle ‘cifre’ di questo conflitto è proprio il fatto che i due Paesi sono cristiani, per lo più ortodossi, con i fedeli che sono a grandissima maggioranza praticanti.

Il Papa torna a chiedere la pace. Oggi chiede a Dio di ascoltare la preghiera di “coloro che soffrono e fuggono sotto il frastuono delle armi. Rimetti nei cuori la pace, ridona ai nostri giorni la tua pace”, scrive su twitter in 11 lingue, compreso il russo e l’ucraino. Dalla Santa Sede è arrivata poi la richiesta per l’immediata cessazione delle ostilità e un ritorno alla diplomazia e al dialogo.

È questa, in sintesi, la dichiarazione dell’arcivescovo Gabriele Giordano Caccia, osservatore permanente della Santa Sede presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite a New York, intervenuto al “Joint Launch of the Humanitarian Flash Appeal and the Regional Refugee Response Plan for Ukraine”, e all’11/a sessione speciale d’emergenza dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, a New York. I vescovi cattolici polacchi tornano a lanciare un appello diretto al Patriarca di Mosca Kirill.

“Ti prego, Fratello, di fare appello a Vladimir Putin, affinché termini l’insensata lotta col popolo ucraino, nella quale stanno morendo persone innocenti, e la sofferenza non riguarda solo i militari, ma anche le persone civili, soprattutto donne e bambini”, ha scritto l’arcivescovo Stanisław Gądecki, presidente della Conferenza episcopale.

“La guerra è un crimine contro Dio e contro l’uomo che merita una condanna decisa e immediata”, dicono invece i vescovi cattolici bielorussi chiedendo che “coloro da cui questo dipende non permettano al nostro Paese di prendere parte a questa guerra”.

La Chiesa greco-cattolica ucraina diffonde invece un appello di 19 teologi. Sono professori di teologia che provengono da facoltà degli Stati Uniti, del Libano, della Polonia, del Sudamerica, i quali si associano con gli appelli delle Chiese cristiane in Ucraina per fermare la “aggressione militare russa contro la loro nazione”.

Tra le firme quella del rev. Simon Francis Gaine, domenicano, della Pontificia Università San Tommaso d’Aquino “Angelicum” di Roma. Intanto crescono i timori anche in Georgia. “La popolazione dice che la Georgia sarà la prossima, ricordando l’occupazione dell’Ossezia nel 2008”, sono le accorate parole del Nunzio del Papa a Tbilisi, l’arcivescovo portoghese José Avelino Bettencourt.

(di Manuela Tulli/ANSA)

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