Paralimpiadi ammettono russi e bielorussi, senza bandiere

Via della staffetta torcia paralimpica con gli atleti cinesi Li Rui (S) e Zhou Jingjing (D) a Pechino.(Xinhua/Tao Xiyi)

ROMA. – Dopo i bandi e i tanti no, le Paralimpiadi “aprono” agli atleti russi e bielorussi, ma come “neutrali”, ovvero senza inno ne’ bandiera.

Archiviate le Olimpiadi invernali in Cina, il mondo dello sport si avvicina a un altro evento di portata mondiale: i Giochi paralimpici invernali di Pechino che si disputeranno in un clima tutt’altro che festoso: troppo pesanti le preoccupazioni per la guerra in Ucraina.

Da dopodomani al 13 marzo verranno assegnate le medaglie paralimpiche e, alle gare a cinque cerchi, potranno partecipare anche atleti russi e bielorussi, autorizzati dal Comitato paralimpico internazionale.

Gli atleti di entrambi i paesi parteciperanno sotto lo striscione “neutrale”, “gareggeranno sotto la bandiera delle Paralimpiadi e non appariranno sul medagliere”, si legge nel comunicato dell’organizzazione internazionale. Una decisione in controtendenza con la massiccia presa di posizione del mondo sportivo che, giorno dopo giorno, bandisce la Russia dalle varie competizioni in giro per il mondo: la Fifa, la Uefa, il Cio hanno preso posizione escludendo le squadre o chiedendo di non far partecipare i singoli atleti, la Formula Uno ha disdetto il Gp di Sochi, il volley ha revocato i mondiali in Russia.

A discutere il “sì” paralimpico sono stati i dirigenti tedeschi. “Una decisione choccante”, hanno commentato. A motivare la decisione dell’IPC, la federazione internazionale, il suo principio fondante di “neutralita’ e imparzialita’ politica” e fiducia nel “potere di cambiamento” dello sport.

A Pechino, inoltre, i membri di entrambe le delegazioni, russa e bielorussa, dovranno coprire i rispettivi simboli sulle divise in tutte le cerimonie ufficiali e le competizioni sportive. Anche i tecnici  saranno elencati come neutrali sotto la bandiera delle Paralimpiadi, così come gli allenatori dei rispettivi Paesi coinvolti con altre squadre.

Al tempo stesso sono stati annullate tutte le gare paralimpiche internazionali previste in Russia. “Ma la decisione su Pechino é presa, ora il nostro invito é a trattare gli atleti ‘neutrali’ come ogni altro ‘competitor’: a differenza dei loro rispettivi Paesi, non sono degli aggressori, ma solo atleti paralimpici”, ha detto il portavoce, Andrew Parsons. Di diverso parere il presidente della Federazione sportiva paralímpica tedesca, Friedhelm-Julius Beucher, che si è lamentato di “non avere avuto la forza di andare oltre i regolamenti per stare dalla parte dell’umanità”.

“Discutiamo secondo regole, mentre in Ucraina uccidiamo senza regole. Questa decisione manda un segnale assolutamente negativo”, ha poi aggiunto.

Intanto, proseguono le manifestazioni di protesta degli atleti ucraini nel mondo. La tennista Svitolina ha vinto al primo turno del torneo di Monterrey vestita dei colori della bandiera nazionale, battendo la russa Potavova.

“Devolvero’ i premi per la mia terra”, ha detto poi. Yarmolenko, centrocampista della nazionale ucraina e del West Ham, nato a San Pietroburgo ma “ucraino al 100%”, lancia un appello ai colleghi russi: “Perché tacete? Perché non parlate contro la guerra?”. Intanto, secondo il sito InsideTheGames, la Russia starebbe preparando un ricorso al Tas contro il ‘bando’ internazionale del Cio e delle altre massime istituzioni dello sport mondiale. (ANSA).

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