Volano a nuovi record i prezzi del gas e petrolio

Due operatori di borsa a Wall Street.
Due operatori di borsa a Wall Street. (ANSA/EPA)

MILANO. – La guerra in Ucraina e le sanzioni alla Russia mettono le ali alle materie prime, dal petrolio al gas, dal grano all’alluminio. Rifiatano le Borse, pur non riuscendo a recuperare i miliardi bruciati nei giorni scorsi.

In questo contesto l’attenzione è rivolta alle prossime mosse delle banche centrali con gli investitori che guardano alla posizione del presidente della Fed, Jerome Powell, che si è detto favorevole a un aumento dei tassi di interesse di un quarto di punto a marzo.

Mentre il prezzo del greggio si infiamma, con il Wti che raggiungere 111 dollari al barile, arriva la decisione dellOpec+, l’alleanza di 23 nazioni produttrici di petrolio guidata da Arabia Saudita e che include la Russia, che ha riconfermato per aprile il piano di aumenti graduali della produzione pari a solo 400.000 barili al giorno.

I produttori hanno quindi deciso di mantenere inalterato il piano che prevede modesti incrementi della produzione, nonostante l’invasione russa in Ucraina. Una decisione bollata come “irresponsabile” dal presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. Per calmierare i prezzi sul mercato i Paesi europei corrono ai ripari. Primo tra tutti il governo tedesco che ha sbloccato parte delle riserve nazionali di petrolio.

Balzo anche per il gas che in Europa ha toccato il massimo di giornata a 194 euro per poi ritracciare. E questo mentre si registra il disimpegno delle multinazionali dell’energia dalle partecipazioni in Russia. Intanto il colosso Gazprom è in procinto di saldare un debito di 1,3 miliardi di dollari in scadenza il 7 marzo. La società ha inviato il contante il 28 febbraio alla banca che effettuerà la liquidazione e che probabilmente rilascerà i fondi il 4 marzo.

Volano anche le materie prime agricole con il grano che raggiunge i massimi da 14 anni ad un valore di 33,3 centesimi al chilo e il mais che è balzato ai massimi dal 2013 (+1,79% a 738 dollari). I rialzi delle materie prime spingono la corsa dell’inflazione nell’Eurozona che a febbraio fa segnare un nuovo record del 5,8%, in aumento dal 5,1% di gennaio. Una situazione che “aumenta il rischio di stagflazione e il dilemma delle banche centrali”, spiegano gli analisti.

Sul fronte azionario i mercati riprendono fiato ma sono ben lontane dal recuperare le forti perdite dei giorni scorsi. Positivi i principali listini europei, in scia con Wall Street.

Spiccano Madrid e Parigi (+1,6%). Bene anche Londra (+1,4%), Francoforte e Milano (+0,7%). Terzo giorno di chiusura consecutiva per Mosca, con il rublo che resta debole sul dollaro e la Bce che sospende la pubblicazione del tasso con l’euro.

Lieve tensione sui titoli di Stato con il rendimento del decennale tedesco che torna in positivo e lo spread tra Btp e Bund che sale a 153 punti. Il tasso del titolo a 10 anni italiano si attesta all’1,55%.

(di Massimo Lapenda/ANSA).

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