Coppa Italia: derby senza gol, si decide tutto nel ritorno

Denzel Dumfries e Theo Hernandez in azione al Meazza nel derby di Coppa Italia Mila-Inter.
Duello Mila-Inter. ANSA / ROBERTO BREGANI

MILANO. – Il momento più bello nello scialbo pareggio del derby di Coppa Italia è arrivato prima del fischio d’inizio. Un messaggio unanime di pace, contro la guerra in Ucraina. Gesti importanti, come l’abbraccio tra i giocatori delle due squadre davanti alla scritta Peace. Parole toccanti, come quelle di Andriy Shevchenko che in un video trasmesso sul maxi schermo di San Siro ha chiesto di fermare insieme la guerra perché “ciò che ci unisce è più forte di ciò che ci divide e la pace non ha confini”.

Le rivalità calcistiche nella partita più sentita della stagione sono state dimenticate, anche se solo per qualche minuto, perché c’era qualcosa di forte da dire, uniti. Poi il calcio giocato è tornato ad essere protagonista. Ma è stata una partita al di sotto delle aspettative, senza gol, con pochissime occasioni e troppi errori. Milan e Inter non si fanno male, escono a porte inviolate.

E’ il terzo pareggio consecutivo per il Milan, dopo quelli con Salernitana e Udinese. Secondo 0-0 di fila per l’Inter che non segna da oltre 400 minuti. Doveva essere la sfida della svolta per entrambe le squadre, ma tutto è rimandato alla semifinale di ritorno, ad aprile. In casa ci saranno i nerazzurri, i gol in trasferta varranno doppio. Magra consolazione per i rossoneri che avrebbero dovuto sfruttare il momento di difficoltà dell’Inter. Mentre la squadra di Inzaghi fra tre giorni dovrà di nuovo tornare a San Siro per affrontare la Salernitana in una partita in cui vincere è d’obbligo.

L’avvio del Milan sembrava la premessa di una partita vivace, con il tentativo di Saelemaekers respinto da Handanovic e la bella incursione centrale di Theo Hernandez. Ma alla lunga il gruppo di Pioli perde un po’ di lucidità. L’Inter reagisce ma non abbastanza. Tanti errori da entrambe le parti, Saelemaekers spesso impreciso, Calhanoglu che questa volta sembra non reagire ai fischi della Curva Sud.

Giroud e Dzeko, i campioni più attesi, sono rimasti a lungo nell’ombra. Lautaro Martinez rimane ancora a secco di gol, a più di due mesi di distanza dall’ultima marcatura. Una prestazione deludente dell’argentino che contro il Genoa era stato risparmiato, partendo dalla panchina. Nel derby torna titolare ma non è mai protagonista, se non nel duro scontro con Maignan al 10′ della ripresa: il portiere rossonero lo anticipa, l’argentino lo colpisce involontariamente sul braccio con i tacchetti e viene ammonito.

Così Inzaghi è costretto a sostituirlo al 20′ della ripresa, giocando la carta Sanchez. Anche Pioli prova a cambiare gli equilibri, richiama Leao, Krunic e Saelemaekers per Rebic, Diaz e Messias. Più estro e fantasia per cercare di sbloccare la partita, ma l’inerzia non cambia. Troppe le sbavature, troppe le imprecisioni nella fase conclusiva. Tre a due i tiri in porta, pochissimi se si pensa che in campo si sfidano due squadre in lotta per lo scudetto.

Domenica il Milan affronterà il Napoli in uno scontro diretto forse decisivo per la stagione e quanto visto contro l’Inter nel derby potrebbe non bastare. Pioli dovrà fare a meno di Romagnoli che ha lasciato il campo nel primo tempo per un risentimento all’adduttore. Inzaghi, invece, ritrova Correa e gli concede gli ultimi minuti di partita. Gli stessi di Gosens che fa il suo debutto in maglia nerazzurra. Armi per l’Inter nella lotta al titolo che, anche dopo questa semifinale d’andata di Coppa Italia, non sembra avere un grande favorito.

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