Borse europee rimbalzano, Milano piú 3,6%. Gas meno 30%

Un ufficio di cambio valuta nel centro di Mosca. (ANSA)

NEW YORK.  – Le Borse mondiali rimbalzano dopo il crollo scatenato dall’invasione dell’Ucraina, tra flebili speranze che la diplomazia possa interrompere il fragore delle bombe e la meno nobile, ma certo più concreta, valutazione che le sanzioni comminate alla Russia non siano poi così ultimative, risparmiando gangli vitali dell’economia come le forniture energetiche e il sistema Swift.

La consapevolezza che i flussi di gas russi non saranno toccati – l’Europa riceve da Mosca il 40% del metano di cui ha bisogno – ha fatto crollare il prezzo del gas europeo, ieri balzato del 51%, e oggi sceso del 30%, a 94,5 euro al megawattora, mentre anche il petrolio europeo (brent) è ridisceso abbondantemente sotto i 100 dollari al barile, e il wti statunitense è in ripiegamento verso quota 90 dollari.

Milano ha chiuso in rialzo del 3,6%, Francoforte del 3,7%, Parigi del 3,5% e Londra del 3,9%. I listini europei, che hanno raccolto il testimone da quelli asiatici (Tokyo è salita dell’1,9%) e l’hanno passato a Wall Street (che chiude in forte rialzo con il Dow Jones e lo S&P 500 che salgono di oltre il 2% e il Nasdaq che segna un progresso dell’1,64%), hanno recuperato 334 miliardi di euro di capitalizzazione, azzerando quanto “bruciato” alla vigilia, spinti dalla corsa delle utilities e delle banche.

A stimolare l’appetito al rischio degli investitori, che hanno disertato beni rifugio come l’oro (-3,2%) e i bond sovrani, hanno contribuito le quotazioni depresse dei listini europei, dopo una correzione che aveva piegato l’indice Stoxx 600 ai minimi da maggio 2020. Ma anche la speranza che la Fed e la Bce possano rallentare la stretta monetaria, alla luce degli scenari che la guerra in Ucraina apre.

La Bce è pronta ad adottare tutte le misure necessarie a “garantire la stabilità dei prezzi e la stabilità finanziaria nell’eurozona”, ha assicurato la sua presidente, Christine Lagarde, chiamata a districarsi tra un’inflazione galoppante e un’economia declinante, rischi che l’Ucraina rischia entrambi di esacerbare. Lagarde ha ricordato che dall’invasione della Russia i prezzi delle importazioni di gas da Mosca sono saliti “di circa il 22,2%” e sono “6 volte più alti” dello scorso anno mentre il petrolio costa il “54%” in più.

“L”incertezza” scatenata dalla crisi, ha aggiunto, “si è già riflessa sui mercati finanziari, chiaramente con effetti negativi, ma non ci sono disfunzioni disordinate”. “Stiamo monitorando atentamente la situazione in Ucraina” e la “valutazione completa delle prospettive economiche” includerà “questi ultimi sviluppi”, ha osservato. Secondo indiscrezioni la Bce stima che l’invasione russa potrebbe pesare per 0,3-0,4 punti percentuali sulla crescita di quest’anno.

Lo spread Btp-Bund si è ristretto a 160 punti base, con il rendimento dei nostri titoli decennali poco mosso all’1,83%. A tirare un sospiro di sollievo per sanzioni che non hanno esaurito l’arsenale dell’Occidente è stata anche la Borsa di Mosca, risalita del 20%, anche se il valore delle banche russe sotto tiro, come Sberbank e Vtb, si è dimezzato nel giro di poche sedute.

Ma le misure per isolare Mosca dall’economia mondiale continuano ad affluire: Delta, per esempio, ha interrotto la collaborazione con Aeroflot mentre la Ue ha congelato i beni di Putin e Lavrov. E l’esclusione delle banche russe dal sistema Swift resta un’opzione sul tavolo.

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