Banche giù in Borsa, italiane e francesi più esposte

Veduta della sede della Bce a Francoforte..
La sede della Bce a Francoforte.. EPA/ARMANDO BABANI

ROMA.  – La guerra in Ucraina mette a dura prova anche le banche e il sistema finanziario europeo, fra cui quello italiano, che verso la Russia hanno un’esposizione diretta e indiretta e rischiano di subire le conseguenze delle sanzioni della Ue e degli Stati Uniti da un lato e della inevitabile reazione di Mosca.

Non a caso i titoli delle banche europee sono stati i più colpiti nella generale debacle dei mercati. Gli istituti di credito di Italia e Francia, che nel paese possiedono una rete di filiali sono esposte rispettivamente per 25,3 e 25,1 miliardi di dollari, anche se dal punto di vista dei ricavi totali si tratta pur sempre di una quota limitata.  Effetti negativi si vedranno anche per il comparto assicurativo e per i soggetti, anche pubblici, che rilasciano garanzie alle imprese.

La Bce (e la Banca d’Italia) hanno già avviato un’azione di verifica fra gli istituti del Continente e fatto capire che il ritiro delle misure di stimolo slitterà rispetto ai programmi. Nonostante la pressione di alcuni paesi in primis la Gran Bretagna, per via dell’opposizione della Germania, non è invece previsto per ora l’esclusione della Russia dal sistema di pagamenti  internazionale Swift. I

E tuttavia, spiegano fonti di settore, da una decisione politica della Ue potrebbe scattare un regolamento che imponga alle banche europee un blocco dell’operatività con gli istituti russi sul quale vigilerebbe la Bce. lntanto il premier britannico Johnson ha annunciato il bando delle banche russe dalla City e la limitazione ai depositi russi negli istituti britannici. Secondo i dati della Bri i capitali (quelli ‘in chiaro’)  di cittadini russi nelle banche estere ammontano a 123 miliardi: nelle banche francesi vi sono circa 24 miliardi di dollari, nelle svizzere 21,4 e statunitensi 20,2 miliardi. In Gran Bretagna 14,5 miliardi mentre nelle banche italiane vi sono 1,3 miliardi.

Insomma una serie di vincoli e limiti che avranno conseguenze inevitabili sui bilanci bancari. E così sin dai primi minuti di scambi, mano a mano che arrivavano notizie sul propagarsi delle forze russe in Ucraina, i listini hanno visto forti vendite sulle azioni della banca austriaca Raiffeiesen (-23%), che genera oltre un terzo dei suoi profitti operativi in Russia, Ucraina e Bielorussia e ha 23 miliardi di esposizione verso Mosca (inclusi titoli sovrani).

Passivo pesante per  la francese Socgen (-12%), che ha 18 miliardi di asset in Russia (di cui 10 miliardi di crediti) e genera meno del 3% dei suoi ricavi da Mosca. Fra le italiane male anche Intesa Sanpaolo (-7,9%) la cui esposizione a Mosca, secondo i dati di Autonomous Reserch, è pari a circa 5,5 miliardi di euro con un’incidenza dell’1% sul totale dei prestiti e Unicredit .(-13%).

Nel pomeriggio un portavoce dell’istituto guidato da Andrea Orcel ha spiegato come “La nostra banca in Russia rappresenta circa il 3% dei ricavi e del capitale allocato del gruppo. Tutte le esposizioni presentano un elevato grado di copertura (NPE coverage has increased to 84%.). La nostra controllata è molto liquida e autofinanziata”. Esposizioni irrilevanti e trascurabili nel paese per Bper (-7,6%) e Banco Bpm (-8%) che hanno sofferto il generale calo del mercato. Nessuna esposizione per Mps.

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