Draghi: “Si alle sanzioni, ma evitare la guerra nel cuore dell’Europa”

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, è intervenuto, alla Cerimonia di insediamento del nuovo Presidente del Consiglio di Stato, Franco Frattini, e inaugurazione dell’anno giudiziario del Consiglio di Stato.
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, è intervenuto, alla Cerimonia di insediamento del nuovo Presidente del Consiglio di Stato, Franco Frattini, e inaugurazione dell’anno giudiziario del Consiglio di Stato. (Ufficio Stampa e della Comunicazione della Presidenza del Consiglio)

ROMA. – Nelle ore più buie della crisi ucraina, la strategia dell’Italia viaggia su un binario quasi obbligato: da un lato la condanna del riconoscimento russo dei territori separatisti del Donbass (con l’annuncio di sanzioni), dall’altro il perseguimento del dialogo per “trovare una soluzione pacifica”. Il premier Mario Draghi in mattinata lo dice chiaramente: “Sono in costante contatto con gli alleati per evitare una guerra nel cuore dell’Europa”.

Intanto i partiti si dividono sulle misure da adottare. E Matteo Salvini dà l’impressione di voler frenare iniziative contro Mosca. In realtà, nella battaglia di nervi tra Russia e Occidente il nostro Paese gioca una partita molto complicata con obiettivi multipli: difendere con fermezza la sovranità di Kiev, senza interrompere i canali con Mosca; agire con decisione di concerto con i partner Ue, arginando al contempo la forte crisi economica che potrebbe colpire il Paese, che è fortemente dipendente dal gas russo; parlare con una voce sola, sintetizzando le diverse posizioni nella maggioranza.

I costi economici e finanziari dell’escalation della crisi rischiano di essere altissimi, ma la fedeltà di Roma all’Alleanza atlantica non è in discussione. Così, il premier – dopo alcune ore di silenzio formale – in mattinata non esita ad esplicitare la sua “ferma condanna per la decisione del governo russo”, definendola “un’inaccettabile violazione della sovranità democratica e dell’integrità territoriale. La via del dialogo resta essenziale, ma stiamo già definendo nell’ambito dell’Unione Europea misure e sanzioni nei confronti della Russia”.

Intanto, continua un lavoro sottotraccia del presidente del Consiglio, in contatto in queste ore con i principali leader internazionali, tra cui Emmanuel Macron. “Partner europei e alleati continuano a dar prova di unità e di totale coordinamento”, dice il presidente francese. Sullo sfondo sempre la possibilità di un incontro Draghi-Putin, non c’è ancora una data ma le diplomazie sono al lavoro.

Nel piano italiano è impossibile non considerare le ricadute sul settore energetico, ma il mantra è agire in maniera decisa e compatta con gli alleati, mostrando i denti quando necessario. Così, il ministro Luigi Di Maio non esita a bollare come “inaccettabili le azioni militari” russe, chiede che l’Ue sia “ferma e irremovibile” rispetto “alla pretesa di ritirare le truppe russe” e “riportare il dialogo” e annuncia aiuti finanziari all’Ucraina.

Il titolare della Farnesina domani riferirà in Parlamento sulla situazione, la prossima settimana sarà la volta del premier che, nel frattempo, viene sollecitato dal Copasir ad intervenire in audizione sulle “possibili ricadute sulla sicurezza nazionale del Paese”. Intanto, il presidente di FdI, Giorgia Meloni, rivendica: “Grazie alle pressioni di Fratelli d’Italia, il Presidente del Consiglio verrà in Aula”.

Oltre a gestire un dossier internazionale bollente, il governo deve far fronte anche al diverso posizionamento dei partiti che lo sostengono. Dal Pd, che è stato durissimo contro Mosca chiedendo una convocazione straordinaria della Camera, a Salvini che ha definito le sanzioni “l’ultima delle soluzioni”, per poi chiarire: “Se c’è un’alleanza che fa una scelta, se siamo membri di quella alleanza sosteniamo quella scelta, ma che non sia l’Italia l’agnello sacrificale”.

Nel mezzo, il leader del M5s Giuseppe Conte, ha ricordato come “un’escalation della crisi Ucraina rischi di rendere” ancora “più drammatico il caro bollette”, sostenendo che il dialogo “è sempre da assecondare”. In Forza Italia è Antonio Tajani a dettare la linea: “Sanzioni alla Russia proporzionate alle violazioni del diritto internazionale. Lavoriamo però anche ad una soluzione diplomatica per evitare escalation e contraccolpi negativi per l’economia. Oggi il costo del grano è aumentato del 20%”.

(di Paola Lo Mele/ANSA)

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