Istat: “Con il Covid sono saltati la metà dei matrimoni”

Il flashmob di protesta delle spose per il rinvio forzato dei loro matrimoni a Fontana di Trevi a Roma
Il flashmob di protesta delle spose per il rinvio forzato dei loro matrimoni a Fontana di Trevi a Roma, 7 luglio 2020. ANSA/CLAUDIO PERI

ROMA. – La pandemia ha indotto moltissimi, soprattutto giovani, a rinviare le nozze, che nel giro di un solo anno sono quasi dimezzate: nel 2020 sono stati celebrati infatti 96.841 matrimoni, 87 mila in meno rispetto al 2019 pari al -47,4%. In forte calo a causa del Covid anche le unioni civili, le separazioni e i divorzi: le prime, tra partner dello stesso sesso, sono scese del 33%, le separazioni del 18% e i divorzi del 21,9%.

La fotografia ce la restituisce l’Istat nel Report diffuso oggi su matrimoni, unioni civili, separazioni e divorzi. La battuta d’arresto si osserva a partire da marzo 2020 con picchi ad aprile e maggio proprio per via delle pesanti restrizioni imposte dalla pandemia. Alcune misure di contenimento, come il divieto di assembramenti o il numero massimo di persone in caso di eventi, hanno comunque riguardato l’intero 2020 e si sono protratte lo scorso anno.

Nei primi 9 mesi del 2021, secondo i dati provvisori, si registrano buoni segnali di ripresa: i matrimoni infatti sono raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2020. Questa ripresa delle nozze, tuttavia, non è sufficiente a recuperare quelle perse nel 2020. Confrontando, infatti, i primi nove mesi del 2021 con lo stesso periodo pre-pandemico la variazione resta negativa (-4,5%).

La tipologia di matrimonio più in ripresa è quella dei primi matrimoni religiosi, che aveva registrato il calo maggiore durante la diffusione dell’epidemia. Questi risultano infatti più che quadruplicati (+228%) ma, anche in questo caso, l’aumento del 2021 non riporta ai livelli pre-pandemici (-8,8% rispetto allo stesso periodo del 2019). La caduta dei matrimoni è attribuibile soprattutto al calo delle prime nozze che, nel 2020, registrano un nuovo minimo, soltanto 69.743 (-52,3% rispetto al 2019).

A diminuire di più sono state le prime nozze con sposi di età più giovane, lo sposo tra 30 e 39 anni (-55,8%) e con la sposa fino a 39 anni (-54,4%). Un calo più limitato riguarda invece i primi matrimoni in cui entrambi gli sposi hanno almeno 50 anni. La pandemia ha colpito infatti in maniera meno pesante i secondi matrimoni che, nel 2020, sono stati 27.098, il 28,6% in meno dell’anno precedente. Ciò ha determinato un aumento della quota di matrimoni con almeno uno sposo alle seconde nozze (o successive) che balza al 28% (dal 20,6% del 2019).

Con rito civile si sono svolte più di due nozze su tre: le misure di contenimento dell’emergenza sanitaria, infatti, hanno determinato un calo verticale soprattutto dei matrimoni celebrati con rito religioso che risulta più che doppio rispetto a quello dei matrimoni civili (-67,9% contro -28,9%). Per questi ultimi si tratta della prima eccezionale battuta d’arresto dopo una fase di continua crescita.

Quasi 1 matrimonio su 5 vede poi almeno uno sposo straniero: nel 2020 sono state celebrate 18.832 nozze con almeno uno sposo straniero, in diminuzione del 44,9% rispetto all’anno precedente. In forte calo anche i matrimoni tra stranieri che scelgono l’Italia come luogo di celebrazione delle nozze: nel 2020 anche questa tipologia di matrimonio (rappresentata da coppie di entrambi stranieri in cui nessuno dei due è residente) ha subito una flessione del -77,6%.

La pandemia infine ha inciso meno di quanto si pensi sulla stabilità coniugale: nel 2020, le separazioni sono state complessivamente 79.917 (-18%). Nello stesso anno i divorzi sono stati 66.662, il 21,9% in meno rispetto al 2019 e il 32,7% in meno nel confronto con il 2016. Nei primi nove mesi del 2021 si registra un consistente aumento rispetto allo stesso periodo del 2020, pari a +36,4% per le separazioni e al +32,8% per i divorzi, riportando i numeri a livelli simili a quelli del 2019.

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