Dal fisco alla concorrenza, il campo minato di Draghi

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, durante la conferenza stampa con il Ministro dell'Economia e delle Finanze, Daniele Franco, il Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, e il Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani.
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi. (ANSA)

ROMA. – Dopo Enrico Letta e Giancarlo Giorgetti, anche Silvio Berlusconi si espone per puntellare il governo Draghi. Il leader di Forza Italia ha garantito “continuità e impulso all’azione di governo”, in una “lunga e cordiale telefonata”, dopo giorni tormentati dagli incidenti sul Milleproroghe che hanno spazientito il premier, costringendo ora il governo a cercare una soluzione per reindirizzare all’ex Ilva i fondi spostati sulle bonifiche da un emendamento.

“Il Parlamento è sovrano, quindi noi dovremo rispettare questa decisione – ha spiegato il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani -. Dopodiché, credo che l’urgenza di decarbonizzare in Ilva sia altissima”. Sono vicende parlamentari “da non drammatizzare”, ha minimizzato il Cavaliere.

Ma lasciano non pochi timori all’interno dell’esecutivo, perché i prossimi mesi si annunciano un percorso minato, tra la road map del Pnrr e l’attesa ratifica del trattato sul Mes, contro cui a lungo si è battuto Matteo Salvini. Il leader leghista annuncia un faccia a faccia con Mario Draghi nei prossimi giorni nel quale non solo esprimerà soddisfazione per il decreto sul caro bollette ma soprattutto sottolineerà “l’assenza del ministro dell’Interno che si traduce in aumento di sbarchi e allarme sicurezza generalizzato”, come spiegano fonti del suo partito.

Non è l’unico fronte aperto dalla Lega, che sulla delega fiscale chiede con tutto il centrodestra lo stralcio della riforma del catasto (“Passare al valore di mercato significa più tasse sulla casa”, la tesi di Alberto Gusmeroli) e rilancia sulla flat tax fino a 100mila euro. I leghisti non sono intenzionati a cedere, ma una via d’uscita potrebbe essere infilare la misura in un altro provvedimento, come il Sostegni ter, su cui al Senato domani è attesa una valanga di emendamenti.

“Rischiamo di buttare a mare la riforma del fisco per un pretesto, è populismo dire che nella delega si nasconde una patrimoniale”, sostiene il presidente della commissione, Luigi Marattin (Iv). “Non è opportuno iniziare l’esame degli emendamenti senza che ci sia chiarezza sul percorso e sui nodi – avverte Luca Pastorino, che per Leu propone l’anticipo dal 2026 al 2023 delle modifiche al catasto -, serve un confronto in commissione ma anche a livello superiore. Altrimenti si rischia che il governo vada sotto o si creino maggioranze variabili”.

Dal governo hanno suggerito di eliminare in commissione Finanze gli emendamenti che aggiungono temi nuovi, quelli che incidono sulla copertura finanziaria e quelli troppo divisivi. Ma fin qui nessuno ha fatto passi indietro, ed è stato chiesto uno slittamento dell’approdo del provvedimento in Aula, previsto lunedì 28 febbraio.

Dall’opposizione, Giorgia Meloni avverte che blindare questa e altre riforme con il voto di fiducia sarebbe “un clamoroso segno di debolezza del premier e della sua maggioranza”. L’ipotesi pare non sia ancora sul tavolo, ma è difficile, secondo varie fonti di maggioranza, che a Palazzo Chigi accettino di rallentare sui dossier cruciali per il Pnrr, che dovrebbe essere anche al centro del prossimo consiglio dei ministri, in settimana.

Intanto, chi – a cominciare dal M5s – ha chiesto al premier maggiore coinvolgimento dei gruppi, attende di capire se effettivamente ci sarà un cambio di metodo. Il discorso non è meno intricato sul ddl sulla concorrenza, bloccato in commissione a Palazzo Madama: molti partiti vogliono intervenire sull’emendamento sulle concessioni balneari.

E l’elenco dei passaggi insidiosi per il governo non è finito. In settimana si dovrebbe chiudere in commissione Lavori pubblici al Senato l’esame del codice degli appalti, mentre alla Camera martedì e giovedì si vota in commissione Giustizia sugli emendamenti alla riforma sull’ergastolo ostativo, in attesa del testo sulla riforma del Csm.

(Di Paolo Cappelleri/ANSA)

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