ROMA. – Altro che isolati. Fdi non è il partito del “no”, come sostengono molti signori del sì. Anzi, è una forza pronta a governare, consapevole di essere determinante sia con l’attuale legge elettorale, sia con l’eventuale riforma proporzionale.
Mentre la Lega celebra i risultati del governo sul fronte del caro-bollette, Giorgia Meloni riunisce la Direzione e detta le sue condizioni agli alleati del centrodestra, usando toni di certo molto fermi. Al momento – sottolinea con i suoi – abbiamo due certezze: con l’attuale legge elettorale senza di noi non si vince in nessun collegio uninomimale; se imporranno il proporzionale Fratelli d’Italia, secondo i dati che abbiamo oggi, potrebbe affermarsi come primo partito ed essere il perno sul quale costruire un nuovo governo. Con buona pace – è la sua riflessione – di chi racconta che saremmo isolati.
Ma per andare al governo, incalza l’ex ministro della Gioventù, serve che gli alleati facciano chiarezza su due punti centrali, alleanze e legge elettorale. Vogliamo sapere – chiarisce Meloni – se le larghe intese sono effettivamente una parentesi e se si esclude di riproporle nella prossima legislatura; chiediamo di sapere con certezza se la posizione comune del centrodestra è ancora quella di non sostenere in alcun caso una legge elettorale proporzionale.
Insomma, Meloni definisce Fdi come un partito all’attacco, centrale nel panorama politico italiano, impegnato a diventare la casa dei conservatori italiani. Il progetto è molto ambizioso. Sottolinea che il suo partito non è la prosecuzione di An ma punta a essere quello che avremmo voluto fosse il PdL e che il PdL non è riuscito a essere, un partito aperto fondato saldamente su dei valori, a vocazione maggioritaria.
Un cantiere aperto che già si pone una precisa prospettiva temporale: un percorso autonomo rispetto al resto della coalizione per mettere a punto il programma di governo in vista delle prossime elezioni che FdI spera arrivino il prima possibile: dal 29 aprile al 1 maggio FdI darà vita infatti a una grande manifestazione insieme ai suoi dirigenti e amministratori – anche coinvolgendo autorevoli personalità – perché possano contribuire a porre le basi per la stesura del programma di governo.
(di Marcello Campo/ANSA)