Presidente Mattarella riparte deciso, sponda a Draghi su Pnrr

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con i Presidenti di Camera e Senato in occasione della cerimonia di giuramento dinanzi al Parlamento in seduta comune
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con i Presidenti di Camera e Senato in occasione della cerimonia di giuramento dinanzi al Parlamento in seduta comune (foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

ROMA. – Comprensione piena delle preoccupazioni del premier Mario Draghi che non ha gradito l’anarchia politica e parlamentare di questi giorni, deciso appoggio all’attuazione del Pnrr e un richiamo alle forze politiche a non mettere in secondo piano la lotta alle disuguaglianza, fattore indispensabile per ridare “dignità” al Paese.

Sergio Mattarella riparte con piglio deciso a fa capire subito che il suo secondo settennato non sarà all’insegna della compiacenza. Nessuno sconto alle forze politiche che lo hanno rivoluto al Quirinale nonostante le sue forti perplessità: il presidente della Repubblica ha ben presente la rotta da seguire che, peraltro, è stata tracciata con scrupolosa chiarezza nel suo discorso di insediamento.

Che dopo Draghi ci siano solo le elezioni sembra chiaro a tutti, ma è bene ricordarlo, soprattutto dopo quanto successo nella notte dei coltelli nelle Commissioni affari costituzionali e Bilancio, quando improbabili alleanze incrociate hanno mandato sotto il governo per ben quattro volte in due ore. Non è il momento di aprire una lunghissima campagna elettorale in vista delle elezioni politiche che a regime sono previste nella primavera del 2023. E’ il momento di lavorare, come e più di prima.

La sfuriata del premier ai partiti è stata anticipata, condivisa ed approvata dal Quirinale che segue con preoccupazione sia l’incattivirsi della crisi ucraina che la manifesta fragilità della maggioranza di governo. Dopo Draghi non c’è solo il nulla ma anzi la catastrofe: il cammino del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) si bloccherebbe per mesi e l’affidabilità del Paese tornerebbe quella dei tempi più bui.

Non sono questi i presupposti che hanno portato un Parlamento plaudente a rieleggere Mattarella. Non è questo che vogliono i cittadini alle prese con il caro bollette e certo non lo vuole il ceto produttivo del Paese che ha appena iniziato a toccare con mano la ripresa. Ma il presidente va oltre e manifesta il suo pensiero con gli atti: la sua prima visita fuori Roma sarà a Norcia.

E non è casuale. Proprio in quelle zone devastate dal terremoto si materializzano i tre cardini del suo discorso d’insediamento: lotta alle disuguaglianze, dignità e Pnrr. Nel recupero di quei territori lanciati nelle difficoltà dal sisma si misura la capacità di uno stato moderno di governare, in quelle aree si mette alla prova il senso di solidarietà e, sempre lì, si verifica la capacità di messa a terra degli enormi fondi europei.

La visita avverrà venerdì prossimo e il giorno dopo ecco che il presidente passerà a Corviale, il famoso “serpentone” di Roma. Un enorme palazzo lungo un chilometro che ospita quasi 5000 persone diventato un simbolo, certo non l’unico, delle periferie degradate della capitale. Si tratta del plastico richiamo a quelle “periferie esistenziali” citate dal presidente nel suo discorso, metafora di una dignità da ritrovare, di una marginalità sociale che frena lo sviluppo dell’intero Paese.

Manca ancora la definizione delle visite all’estero del presidente ma lo staff dei collaboratori è ancora da completare. Soprattutto manca il nuovo consigliere diplomatico dopo che il precedente, Emanuela D’Alessandro, è stata indicata come nuovo ambasciatore a Parigi.

(Di Fabrizio Finzi/ANSA)

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