Agricoltori in piazza: “Noi strozzati dagli aumenti”

Protesta di agricoltori e allevatori in piazza, con la mucca "Giustina". (ANSA)

ROMA.  – Cresce la protesta degli allevatori e degli agricoltori contro il caro bollette scesi in piazza in una trentina città italiane dal Nord al Sud. Una mobilitazione generale organizzata dalla Coldiretti contro l’aumento dei prezzi per le famiglie, mentre i compensi riconosciuti ai produttori di cibo non riescono nemmeno a coprire i costi. Non vogliono fermare il lavoro nei campi e nelle stalle, nonostante siano sempre più strozzati dalle speculazioni in atto che riguardano tutti i prodotti del made in Italy.

La realtà, denuncia la Coldiretti, è che per potersi permettere un caffè al bar, gli allevatori devono mungere 3 litri di latte pagati solo qualche decina di centesimi alla stalla, ben al di sotto dei costi di produzione. Questo considerando che gli aumenti vanno dal 70% per l’energia con picchi del 110%, al 40% per l’alimentazione per gli animali.

Una protesta diffusa a macchia d’olio che mette a repentaglio la qualità italiana. Tanti i segnali della protesta: se al sit-in di Roma è presente anche la mucca “Giustina”, simbolo della battaglia per un prezzo del latte giusto e onesto, a Milano sono scesi in piazza trattori e un paio di vitellini. Centinaia di produttori anche a Brescia, Firenze, Grosseto, Cagliari, Cosenza, Catanzaro, Reggio Calabria ma anche a Palermo e in altre cinque siciliane. A Piacenza, hanno manifestato in 250 e anche una mucca in corteo: “Non possiamo produrre in perdita”.

Chiare le parole del presidente Ettore Prandini che chiede “una corretta ridistribuzione del valore all’interno della filiera”, inviando una lettera appello al Presidente del Consiglio Mario Draghi invocando interventi immediati per l’agroalimentare Made in Italy e difendere l’economia, il lavoro ed il territorio, contro speculazioni e rincari. Parlano chiaro i dati di un’indagine Coldiretti/Ixè: con l’esplosione dei costi energetici il 30% degli agricoltori italiani è costretto a ridurre la produzione di cibo, mettendo a rischio le forniture alimentari.

Rincari in bolletta che si abbattono poi sui costi di produzione come quello per gli imballaggi, con il paradosso che molto spesso costano più del cibo che contengono. Il costo medio di produzione del latte, fra energia e spese fisse, ricorda la Coldiretti su dati Ismea, ha raggiunto i 46 centesimi al litro, molto al di sotto del prezzo di 38 centesimi riconosciuto oggi a una larga fascia di allevatori.

(Sabina Licci/ANSA).

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