Referendum: le tappe dopo il via libera della Consulta

Il Palazzo della Consulta sede della Corte Costituzionale, Roma,
Il Palazzo della Consulta sede della Corte Costituzionale. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

ROMA. – Al via libera della Corte Costituzionale ai cinque quesiti sulla giustizia promossi da Lega e Radicali seguiranno una serie di passaggi codificati dalla legge. In primo luogo, le decisioni sono state comunicate ufficialmente dalla Corte, ma bisognerà attendere le sentenze relative a ciascuno dei quesiti dichiarati ammissibili.

Una volta che saranno note nel dettaglio le motivazioni che hanno portato alla decisione dei giudici, verrà data d’ufficio comunicazione delle sentenze al Presidente della Repubblica e ai presidenti di Camera e Senato. E sarà lo stesso Capo dello Stato, su deliberazione del Consiglio dei ministri, a indire con decreto il referendum.

Quando potrà tenersi la consultazione popolare? La convocazione degli elettori è prevista dalla legge in una finestra temporale compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno. La decisione della data dovrà senz’altro tenere conto delle esigenze sanitarie per il Covid.

A quel punto si aprirà la campagna per portare gli elettorali alle urne: è necessario il quorum del 50 per cento più uno degli aventi diritto per rendere valido il voto. Una campagna referendaria che si intreccerà con quella per il voto amministrativo, visto che in primavera si voterà per eleggere i sindaci in diverse grandi città.

Al momento non è previsto un election day: la normativa prevede infatti l’abbinamento delle tornate politiche e amministrative ma non quello tra i referendum e le altre elezioni. Un eventuale accorpamento dovrebbe necessariamente passare per un provvedimento normativo.

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