Lotta a Peste suina: governo vara decreto urgenza

Il ministro della Salute italiano Roberto Speranza in una conferenza stampa.
Il ministro della Salute italiano Roberto Speranza in una conferenza stampa. (Ufficio Stampa Presidenza del Consiglio)

ROMA. – Si inasprisce la lotta contro la Peste suina africana. Il Consiglio dei ministri ha approvato oggi un provvedimento d’urgenza per arrestarne la diffusione sul territorio nazionale.

La malattia, non trasmissibile all’uomo, ma altamente contagiosa, ha colpito finora solo i cinghiali. Il timore è che possa contagiare anche i suini d’allevamento. Lo scopo del decreto è quindi assicurare la salvaguardia della sanità animale, tutelare il patrimonio suinicolo nazionale e Ue e non ultimo salvaguardare le esportazioni, il sistema produttivo nazionale e la relativa filiera.

Una filiera del valore di oltre 1,4 miliardi di euro tra le principali regioni produttrici, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Toscana, sottolinea Confagricoltura Piemonte.

Il provvedimento, approvato oggi, su proposta dei ministri delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, e della Salute, Roberto Speranza, non avrà ricadute sulla finanza pubblica. Tra le misure previste, l’attuazione, entro 30 giorni dalla sua entrata in vigore, dei Piani Regionali di interventi urgenti per la gestione, il controllo e l’eradicazione del virus, la nomina di un Commissario straordinario e l’obbligo, per chi rinviene cinghiali feriti o deceduti nell’ambito delle attività di attuazione dei Piani regionali o nello svolgimento di attività venatoria o boschiva, di coltivazione o in caso di sinistro con cinghiali, di segnalare il rinvenimento immediatamente al servizio veterinario della ASL competente.

Il provvedimento rappresenta “un risultato importante e cruciale per la tutela del patrimonio suinicolo nazionale e di tutta la filiera”, sottolinea il presidente della commissione Agricoltura, Filippo Gallinella. Tuttavia per Cia è necessaria una riforma radicale e urgente della Legge 157/92 sulla Fauna selvatica. Mentre per il presidente Coldiretti, Ettore Prandini occorre “vigilare oltre che sul piano sanitario anche contro le speculazioni di mercato”.

Intanto oggi è stato confermato il 35/o caso positivo al virus dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte Liguria e Valle d’Aosta (Izsplv) che si occupa di analizzare i campioni biologici prelevati dalle carcasse dei cinghiali trovati morti. Anche quest’ultimo caso, a Rossiglione (Genova), ai confini tra Liguria e Piemonte, rientra nella zona infetta che comprende i territori di 78 Comuni in provincia di Alessandria e 36 in Liguria. La prima positività è sta riscontrata il 27 dicembre nei boschi di Ovada (Alessandria).

Finora sono stati trovati 18 capi infetti in Liguria, 17 in Piemonte.

Oggi si è anche conclusa, nella sede della Provincia di Alessandria, la missione Euvet sulla Peste suina. Il Team di esperti della Commissione Europea, che opera in situazioni di emergenza veterinaria, ha fornito assistenza scientifica, tecnica e pratica per perfezionare le misure di controllo ed eradicazione. Gli esiti della missione, iniziata lunedì scorso, saranno discussi la prossima settimana, alla riunione dell’Unità Centrale di Crisi.

Secondo gli esperti, per contenere la diffusione del virus dovrà essere realizzata una seconda rete di recinzione esterna rispetto quella già esistente lungo le autostrade A26 e A7 dove si è concentrato il focolaio. Il perimetro delimitato è di 275 chilometri, tra Piemonte e Liguria. La Società Autostrade sta già provvedendo a rafforzare le recinzioni, la seconda rete dovrà essere installata non appena il piano di eradicazione sarà definito.

(di Arabella Marconi/ANSA).

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