Papa a operai Embraco: condivido vostre ansie

Papa Francesco in una foto d'archivio. (ANSA)

TORINO. – Il 7 febbraio 2018 gli operai dell’Embraco erano andati da Papa Francesco, in prima fila all’udienza in Vaticano. Soltanto un mese prima la Whirlpool aveva annunciato la chiusura dello fabbrica di compressori per frigoriferi di Riva di Chieri, in provincia di Torino.

Quattro anni dopo, calato ormai il sipario sull’Embraco con tante lote e illusioni in fumo, il Pontefice ha inviato una lettera ai lavoratori licenziati per esprimere “la sua vicinanza”. E assicura “il suo ricordo nella preghiera”, condividendo con gli stessi lavoratori “il tempo di ansia e di difficoltà” che stanno vivendo.

A rendere nota l’iniziativa di Papa Francesco è stato l’arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, sempre a fianco dei lavoratori in tutti questi anni. L’arcivescovo rilancia l’appello alle imprese “a farsi avanti unendosi a quelle che hanno già avviato il percorso per l’assunzione di alcuni dei lavoratori”.

“L’impegno del Santo Padre – scrive monsignor Nosiglia rivolgendosi agli operai ex Embraco – è per noi un’iniezione di speranza. Ma è anche un invito per tutte le realtà istituzionali ed economiche coinvolte. Per questo rinnovo la mia richiesta a tutte le realtà che operano facendo riferimento alla dottrina sociale della Chiesa, o che hanno concrete possibilità di offrire a un certo numero di lavoratori dell’ex Embraco la prospettiva di uno sbocco lavorativo”.

La vicenda Embraco, tra progetti mai decollati e promesse tradite, si è chiusa definitivamente il 22 gennaio con la fine della cassa integrazione e, a stretto giro di posta, le lettere di licenziamento ai 377 lavoratori rimasti (inizialmente erano 500). In mezzo ci sono stati il piano industriale della Ventures che voleva produrre biciclette elettriche e robot per pannelli fotovoltaici, con i vertici oggi indagati per bancarotta. Poi è stata la volta del progetto Italcomp che legava i destini dell’Embraco e dell’Acc di Mel in Veneto per produrre insieme compressori per frigoriferi. Anche questo finito nel nulla.

Oggi non resta più nulla. Solo la disperazione. Molti  lavoratori hanno firmato in questi giorni la conciliazione con la quale accettano pochi soldi – 7.000 euro lordi, poco più di 5.000 netti – per chiudere definitivamente la partita rinunciando a qualsiasi rivendicazione. Anche il sindaco di Chieri, Alessandro Sicchiero, come l’arcivescovo Nosiglia, ha rivolto un appello alle aziende perché assumano i lavoratori Embraco, oggi disoccupati.

(di Amalia Angotti/ANSA).

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