Grillo in campo, vertice a Roma con i big del Movimento

Beppe Grillo e Giuseppe Conte in una foto d'archivio.
Beppe Grillo e Giuseppe Conte in una foto d'archivio. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

ROMA. – Ricostituire il comitato di garanzia del M5s. Potrebbe essere questo il primo passo della strategia con cui Beppe Grillo intende risolvere senza troppi indugi lo stallo del Movimento, dopo che il Tribunale di Napoli ne ha congelato statuto e vertici. Il garante è atteso in queste ore a Roma, dove dovrebbe confrontarsi con Giuseppe Conte, il presidente sospeso, Luigi Di Maio, l’altra anima del Movimento, e vari big pentastellati.

Il suo obiettivo, come si spiega in ambienti vicini al comico genovese, è tentare di trovare una strada condivisa per superare questa complessa situazione e mettere al riparo chi in futuro dovrà prendere le decisioni. Un anno fa, di questi tempi, Grillo si presentava nel suo quartier generale romano, l’hotel Forum, con in testa un casco anti-Covid simile a quello di un astronauta. Allora il vertice del M5s doveva decidere i futuri assetti del partito, che oggi si trova catapultato sette mesi indietro.

Nei piani di Conte questo doveva essere il periodo per approfondire lo scenario del campo progressista e valutare le liste per le amministrative. Invece è concreto il rischio che il nuovo corso sia già arenato, con lo spettro di scissioni e uno stato di agitazione diffuso mai così forte.

Da ultima, arriva la picconata contenuta nelle motivazioni con cui il Collegio di garanzia di Palazzo Madama ha annullato il 22 dicembre l’espulsione dal gruppo M5s di 6 senatori, rei di non aver votato la fiducia al governo Draghi: le regole del M5s, si legge nel provvedimento, “sembrano di dubbia compatibilità con i regolamenti parlamentari e con la Costituzione ed in grado di minare la democrazia in seno al movimento ed al gruppo di riferimento”.

Valutazioni in linea con quelle del Tribunale di Napoli e, prima ancora, della Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici che a dicembre ha bocciato lo statuto del Movimento. Il ritorno del garante è stato anticipato ieri da un messaggio social in cui innanzitutto frenava l’idea di Conte di procedere rapidamente a un nuovo voto sullo statuto. In quel post Grillo evidenziava anche la necessità di “non prendere decisioni avventate” e di un confronto, invitando tutti al silenzio.

Conte lo ha rotto dopo ventiquattro ore, per confermare che un confronto ci sarà: “Stiamo studiando anche con i legali le varie soluzioni. La vita e l’azione di una forza politica – ha aggiunto l’ex premier – non può interrompersi ovviamente per un procedimento giudiziario cautelare e provvisorio e quindi stiamo cercando soluzioni per procedere ancora più forti”.

L’arrivo di Grillo è atteso dai pentastellati fra ansia, curiosità e non senza qualche preoccupazione. Il nodo politico, in questo caso, è non meno rilevante di quello legale. In questo momento la strada è segnata dallo statuto approvato un anno fa che, per dirla con il fondatore, “ha acquisito reviviscenza” dopo la sospensione da parte del Tribunale di Napoli di quello modificato lo scorso agosto.

Di conseguenza, la strategia che sta valutando Grillo punterebbe sulla ricostituzione del comitato di garanzia, anche nel giro di giorni: si tratta di un organismo composto da 3 membri eletti mediante consultazione in Rete, fra una rosa di almeno 6 nomi proposti dal garante. In assenza del capo politico, questo organismo è considerato essenziale per portare al voto le modifiche dello statuto o per procedere all’elezione del comitato direttivo.

E qua, poi, andrebbe affrontato un altro nodo: su quale piattaforma votare? Rousseau, come per tutte le decisioni della prima era del M5s, oppure su SkyVote, lo strumento utilizzato per il nuovo corso, dopo la separazione dall’associazione di Davide Casaleggio? Per ora domina l’incertezza sul destino dei 5 Stelle.

(di Paolo Cappelleri/ANSA)

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