Johnson annuncia il liberi tutti, Parigi revocherà il Pass

Gente dentro di un pub a Londra.
Gente dentro di un pub a Londra. (ANSA)

ROMA.  – Sempre più indizi portano ad ipotizzare la fine dell’emergenza pandemica nel breve termine e l’avvio di una fase di convivenza più o meno pacifica con il Covid.

In Europa l’allentamento delle restrizioni procede senza intoppi e Londra, ancora una volta, è pronta a bruciare le tappe eliminando quelle residue il 21 febbraio, un mese prima del previsto. La Francia da parte sua punta alla revoca del Super green pass a fine marzo e la spinta ad un ritorno alla normalità è forte anche oltreoceano, tanto che New York abbandona le mascherine al chiuso.

I britannici per primi si sono liberati delle mascherine e di quasi tutto il resto, a fine gennaio, quando le autorità hanno deciso di tornare al piano A: più vaccinazioni e quasi nessuna restrizione. E se le attuali tendenze “incoraggianti” saranno confermate, il governo annullerà prima del previsto anche l’obbligo di autoisolamento in caso di positività, passo decisivo per convivere con il coronavirus, trattandolo come un’endemia e non più come una pandemia.

La data fissata è il 21 febbraio, il primo giorno della pausa di metà mandato dei parlamentari, ossia un mese prima rispetto al 24 marzo, ha annunciato Boris Johnson. Questa settimana, tra l’altro, decadrà anche l’obbligo di test per i vaccinati che arrivano nel Regno Unito.

In Francia preoccupa ancora il livello dei ricoveri, ma ci sono “motivi per sperare” che “alla fine di marzo-inizio aprile” si possa “revocare il pass vaccinale”, ha spiegato il portavoce dell’esecutivo Gabriel Attal, parlando del certificato equivalente al Super green pass adottato dall’Italia. La condizione deve essere un tasso di incidenza “sensibilmente ridotto, 10 o 20 volte meno” rispetto a quello attuale, ma in base alle proiezioni “ci sono ragioni per sperare che in questo orizzonte temporale la situazione sarà migliorata abbastanza da consentirci di revocare queste misure”, ha aggiunto Attal.

Il percorso a tappe di revoca delle restrizioni in Francia è partito nei giorni scorsi, in linea con quanto stanno facendo tanti altri Paesi, dall’Italia alla Spagna, dall’Olanda al Belgio. In Scandinavia si è tornati ad un sostanziale liberi tutti ed alla fine del tracciamento di massa. In Svezia i test non saranno più gratuiti neanche per i sintomatici, perché considerati i costi non sono più giustificabili, hanno spiegato le autorità sanitarie.

La variante Omicron continua a circolare in tutto il continente e non risparmia neanche capi di Stato e di Governo (sono risultati positivi il re di Spagna, la Regina di Danimarca ed il premier sloveno), ma il picco dei contagi sembra superato un po’ ovunque e soprattutto i sistemi sanitari stanno reggendo, grazie all’efficacia dei vaccini ed alla minore gravità di questa mutazione del virus.

Anche negli Stati Uniti l’eccezionale ondata invernale si sta attenuando. Per Anthony Fauci il combinato disposto di vaccinazioni, cure e guarigioni dovrebbe presto rendere il Covid più gestibile, ed il consigliere della Casa Bianca per la pandemia ha auspicato la fine della stretta nei prossimi mesi. A New York, nel frattempo, la governatrice Kathy Hochul ha revocato l’obbligo di mascherina al coperto (ma non a scuola e nei mezzi pubblici) e l’obbligo da parte dei commercianti di chiedere il certificato di vaccinazione ai clienti. Altri Stati, dal New Jersey alla California, si sono già mossi, altri ancora sono pronti a farlo.

(di Luca Mirone/ANSA).

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