Tempesta di vento sul nord, tre feriti nel Milanese

Un pezzo della copertura del tetto della stazione Centrale di Milano si è staccato a causa del forte vento
Un pezzo della copertura del tetto della stazione Centrale di Milano si è staccato a causa del forte vento. ANSA/ANDREA CAPPELLI

TORINO. – Una tempesta di vento ha flagellato oggi il nord dell’Italia: alberi e pali abbattuti, tetti scoperchiati, ponteggi in pericolo. Tre feriti in Lombardia, travolti da piante sradicate: una coppia di sessantenni a Rho e un agricoltore a Settala; asili e scuole evacuate in Lombardia e in Piemonte, danni alla stazione di Milano, dove una parte del tetto è stata scoperchiata.

Problemi anche in provincia di Vicenza mentre in Sardegna il maestrale ha costretto a sospendere i collegamenti con la Penisola e con la Corsica. Allerta fino a domani in Molise. La tempesta, prodotta dalle correnti di nord-ovest, è arrivata nel cuore dell notte a Torino, dissolvendo la nebbia, poi si è spinta a est, in Lombardia e Veneto.

Il favonio, conosciuto anche come foehn, è soffiato impetuoso sulle cime del parco nazionale del Gran Paradiso, con raffiche che hanno sfiorato i 220 chilometri orari a Ceresole Reale (Torino). A valle vento a 90 kmh nella pianura torinese, a Milano in piazza del Duomo ha raggiunto i 75 kmh.

Ed è proprio in Lombardia che la tempesta ha prodotto i danni maggiori: a Rho, nell’hinterland milanese, il crollo di un albero ha ferito due pedoni in piazza della Libertà: un uomo di 64 anni è stato trasportato d’urgenza all’ospedale Niguarda, in codice rosso, meno grave una donna d 66 anni, accompagnata al pronto soccorso di Rho in codice verde.

La caduta di due alberi ha ferito un agricoltore di 76 anni, a Settala (Milano), in località Baialupa, dove l’anziano stava sfoltendo il legname lungo una strada sterrata, in aperta campagna. Estratto dai Vigili del fuoco, è ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano. A Milano si è staccato un pezzo della copertura del tetto della stazione centrale, per precauzione sono stati chiusi i cortili del Castello Sforzesco e di Palazzo Reale. A Segrate è stato evacuato un asilo nido i cui tetto era stato divelto. A Pavia i Comune ha chiuso tutti i parchi in città.

Molti gli interventi e i danni anche nel Vicentino, mentre in Piemonte il vento ha favorito nuovi incendi boschivi: in provincia di Torino fiamme in Valle di Lanzo, a Cafasse e Chialamberto, e in Valle di Susa, a Bussoleno, dove sono stati impegnati due elicotteri, uno dei Vigli del fuoco e l’altro regionale. Nella stessa località il vento ha abbattuto la copertura della tribuna del campo sportivo, qualche chilometro più a valle, ad Avigliana, per precauzione sono state evacuate due scuole.

Vento anche nel sud del Piemonte, in provincia di Alessandria, dove le raffiche hanno raggiunto gli 80 kmh. Il vero problema nella regione è la siccità: non piove da 61 giorni e le riserve idriche cominciano ad assottigliarsi: l’assessore regionale all’Ambiente incontrerà domani, in due distinte riunioni, i rappresentanti di tutte le province e dei consorzi irrigui, con l’obiettivo di completare la ricognizione completa sulla crisi idrica che ha svuotato i fiumi e inaridito le fonti.

Tranne una breve parentesi prevista per il 12 e 13 febbraio, con la possibilità di qualche pioggia, sul nord-ovest – dicono le previsioni – continuerà a regnare l’alta pressione. E mentre tutti, dagli agricoltori ai gestori dei consorzi irrigui, consultano le carte meteo, Coldiretti ricorda che nell’ultimo anno in Italia le bufere di vento sono aumentate del 29%: lo evidenzia l’analisi dell’organizzazione agricola della sulla base dell’European Severe Weather Database (Eswd).

A preoccupare è anche il rischio incendi nei boschi resi aridi dall’aria secca, dalla prolungata mancanza di precipitazioni e dal gennaio più caldo del solito, che ha fatto segnare, in Europa una temperatura di 0,79 gradi superiore alla media storica.

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