Fenomeno curling: Mosaner-Constantini a un passo dall’oro

Piste del curling a Pechino. (ANSA)

PECHINO.  – “Ne vedremo delle belle” a Pechino, ha detto il presidente del Coni. Ma chissà se la medaglia, magari d’oro, del curling già rientrava in quella entusiastica previsione. Eppure, tra una scivolata, una spazzolata e un continuo parlarsi, gli azzurri Stefania Constantini e Amos Mosaner hanno fatto piazza pulita degli avversari nel torneo di doppio misto, meritandosi già un dieci.

Un voto pari alle vittorie consecutive, a volte con una superiorità imbarazzante, contro i maestri di questo sport, gli scozzesi (targati Gb), il Canada campione in carica e la Svezia, battuta due volte senza appello, oggi in semifinale con un perentorio 8-1. L’argento è sicuro, ma domani contro la Norvegia i due azzurri vogliono meritarsi il gradino piu’ alto del podio, per chiudere il cerchio di uno sport uscito dall’ombra a Torino 2006 e ora vicino alla piena luce.

L’ampezzana Constantini, 22 anni, e il trentino Mosaner, 26, per la verità, erano arrivati quinti ai Mondiali dello scorso anno, e lui a novembre aveva conquistato il bronzo agli Europei con la squadra maschile. Il livello si è alzato a quota olímpica ed entrambi sono stati al passo. La forte Svezia si è piegata due volte e nella semifinale si è proprio arresa.

“Hanno giocato la partita perfetta. Non c’è stato niente da fare”, ha detto lo svedese Oskar Eriksson, che vanta un bronzo a Sochi e un argento a PyeongChang. Gli azzurri hanno conquistato un punto nel primo end prima di costruire un parziale incolmabile di 6-0 grazie a scelte ben ponderate e precisione assoluta nei colpi. “Siamo partiti in equilibrio,  poi abbiamo mantenuto la pressione su di loro e segnato punti in ogni end – ha spiegato Constantini -. Creato un gap importante, abbiamo giocato più a nostro agio”.

E intanto, vittoria dopo vittoria, i due azzurri stanno guadagnando sempre più attenzione in Italia, dove il curling è sport a dir poco di nicchia. La culla è a Cortina D’Ampezzo – dove cominciò a svilupparsi negli Anni ’50 – e nella valli del Cadore poi sono sorte società in Trentino e in Piemonte. In tutto, sono circa 400 gli atleti, come ha ricordato con un po’ di rammarico Mosaner. Un momento sotto i riflettori, il curling lo ha avuto una decina di anni fa con il film di Claudio Amendola “La mossa del pinguino”, storia di quattro sognatori che cercavano di qualificarsi per i Giochi Torino 2006.

Solo pochi anni prima, a Nagano 1998, il curling era diventato disciplina olimpica anche se le prime testimonianze risalgono alla Scozia del XVI secolo. Tassativamente da una cava scozzese proviene la speciale pietra, la “Stone”, usata sul campo di gara, lo “sheet”, per raggiungere la “house”, queicerchi concentrici colorati che indicano la zona punti.

Caratteristica del curling sono il fair play, l’eleganza e l’autocontrollo, che nella squadra azzurra trovano un equilibrio tra l’irruente baldanza di Mosaner e la fredda precisione di Constantini, il cui credo è “concentrazione e controllo”. Oggi però, lei non ha trattenuto le lacrime: “Ci sentiamo così felici e orgogliosi di noi stessi. Quando abbiamo visto le nostre famiglie in tv, abbiamo iniziato a piangere. È stato un momento magico. Un sogno”.

“È fantastico perché non mi sarei mai aspettato di giocare la finale delle Olimpiadi. Domani cercheremo di dare tutto e cercheremo di portare a casa la medaglia d’oro”. L’appuntamento con la storia è alle 13.05.

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