Presidente Mattarella giura: “Le disuguaglianze frenano la crescita”

Il Presidente Sergio Mattarella sulla scalinata dell'Altare della Patria dopo il giuramento in Parlamento.
Il Presidente Sergio Mattarella sulla scalinata dell'Altare della Patria dopo il giuramento in Parlamento. (Ufficio Stampa del Quirinale)

ROMA. – Il bis raccoglie un’ovazione alla Camera. Sergio Mattarella si presenta nell’aula di Montecitorio per giurare. Parte il nuovo settennato. E il Capo dello Stato indica subito la prospettiva che attende il Paese: “Per senso di responsabilità non posso sottrarmi alla nuova chiamata, costruire l’Italia del dopo emergenza” .

In circa quaranta minuti di intervento, intervallato da cinquantacinque applausi e diverse standig ovation, il Capo dello Stato illustra il programma e le priorità del nuovo mandato: la lotta alle diseguaglianze, la centralità del ruolo del Parlamento, le riforme (in primis quella della giustizia) e i giovani sono tra i punti principali del suo discorso che ha nella “dignità” la parla chiave: “deve essere la pietra angolare del nostro impegno e della nostra passione civile”.

Mattarella entra nell’aula della Camera accompagnato dai presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico e Elisabetta Alberti Casellati, dal suono della campana di Montecitorio e dalle salve di cannone che, in contemporanea sono sparate dal Gianicolo.

Presta giuramento e lancia il suo manifesto : “La lettera e lo spirito della nostra Costituzione continueranno a essere il punto di riferimento della mia azione”, premette il Capo dello Stato che poi si rivolge al Parlamento considerato “il luogo più alto della rappresentanza democratica, dove la volontà popolare trova la sua massima espressione”.

Ed è proprio alla centralità della politica che si richiama il Presidente della Repubblica (“poteri economici sovranazionali, tendono a prevalere e a imporsi, aggirando il processo democratico) per dare risposte ai cittadini in particolare “a quelli più in sofferenza, che si attendono dalle istituzioni della Repubblica garanzia di diritti, rassicurazione, sostegno e risposte concrete al loro disagio”. Parole che suonano come un monito a “non perdere tempo e a non avere incertezze” di fronte alle urgenze del Paese” .

La priorità resta la lotta alla pandemia che “non è conclusa. La campagna di vaccinazione – sottolinea – ha molto ridotto i rischi ma non ci sono consentite disattenzioni”. Ed è proprio all’Italia del domani che guarda il Capo dello Stato: “‘E’ ancora tempo di un impegno comune per rendere più forte l’Italia, ben oltre le difficoltà del momento”. Ed in questa direzione, ricorda il presidente della Repubblica, che si muove il governo guidato da Mario Draghi a cui “va un convinto ringraziamento”.

Il Capo dello Stato chiede, contemporaneamente, che “nell’indispensabile dialogo collaborativo tra Governo e Parlamento quest’ultimo sia sempre posto in condizione di poter esaminare e valutare con tempi adeguati” i provvedimenti fondamentali messi in cantiere dall’Esecutivo.. Perché “la forzata compressione dei tempi parlamentari rappresenta un rischio non certo minore di ingiustificate e dannose dilatazioni dei tempi”. Uno dei passaggi più applauditi è quello sulla richiesta di una “profonda” riforma della giustizia: “Per troppo tempo è divenuta un terreno di scontro che ha sovente fatto perdere di vista gli interessi della collettività”.

Il capo dello Stato si sofferma in particolare sul Csm: “È indispensabile che le riforme annunciate” per la giustizia “giungano con immediatezza a compimento affinché il Consiglio superiore della Magistratura possa svolgere appieno la funzione che gli è propria”.

Non mancano infine i riferimenti ai temi di politica estera, come la crisi Ucraina: “non possiamo accettare che si alzi nuovamente il tema dello scontro” dice auspicando un ruolo da protagonista per l’Italia in Europa.

Conclusa la cerimonia alla Camera, il capo dello Stato si reca all’altare della Patria per la deposizione della corona al milite ignoto. E poi con Draghi, a bordo della storica Flaminia decapottabile, fa il suo ingresso al Quirinale per l’insediamento davanti alle alte cariche. I due, al termine della cerimonia, si fermano per un colloquio in cui, come per prassi, il premier gli presenta le dimissioni del governo: che vengono respinte con l’invito a ritirarle. Invito immediatamente accolto.

Il discorso di Mattarella raccoglie un coro unanime di consensi. Enrico Letta lo battezza “il discorso della dignità”, Silvio Berlusconi parla di un intervento “ineccepibile” mentre Matteo Renzi lo definisce “un grande discorso specialmente sulla giustizia”. Plaude anche Matteo Salvini. Il leader della Lega assente per Covid chiama Mattarella complimentandosi “per lo splendido intervento”. Anche Giorgia Meloni che non ha votato la rielezione fa sapere di “aver condiviso alcuni passaggi”.

(di Yasmin Inangiray/ANSA)

Lascia un commento