Stretta su imprese, Superbonus solo con contratti

Un muratore restaura la facciata di un palazzo a Milano,. ANSA/DANIEL DAL ZENNARO

ROMA. Il Superbonus si avvia a cambiare ancora, ma stavolta sul lato del lavoro. Il governo sta pensando ad un nuovo intervento per assicurare la sicurezza dei cantieri: le imprese che vorranno sfruttare gli incentivi dei bonus edilizi, a partire proprio dal 110%, dovranno necesariamente applicare i contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni sindacali, rispettando a pieno tutte le norme in materia di sicurezza sul lavoro.

Ad annunciarlo è stato il ministro del Lavoro Andrea Orlando che, guardando ai dati ben poco lusinghieri raccolti dall’Ispettorato nazionale del lavoro, ha parlato di una misura “urgente e improcrastinabile”.

Tra settembre e dicembre, nei mesi di applicazione della nuova normativa prevista dal decreto fiscale, l’Ispettorato ha controllato 5.000 imprese edili e ben l’87% è risultato irregolare in materia di sicurezza. Oltre 400 attività sono state sospese proprio per gravi carenze su salute e sicurezza o per irregolarità fiscali. Su oltre 13.000 violazioni accertate invece nell’intero anno 2021, il 43% ha riguardato la sorveglianza sanitaria; il 22% la formazione e informazione; il 20% i rischi elettrici; il 6% la mancata valutazione dei rischi.

Numeri “gravissimi”, ha sottolineato Orlando nel corso di un incontro con le organizzazioni sindacali, organizzato proprio per illustrare alle forze sociali la nuova proposta, considerata “una tutela non solo per i lavoratori, ma anche per le imprese che rispettano le regole”.

Una nuova stretta potrebbe quindi arrivare a breve ma intanto è sul decreto Sostegni-ter che si annunciano modifiche immediate. La possibilità di cedere il credito dei bonus edilizi un’unica volta, misura introdotta per evitare che di passaggio in passaggio si moltiplichino le probabilità di frodi e di riciclaggio, non è piaciute alle imprese, alle banche e a nessuna forza politica. L’intento viene condiviso, ma in Parlamento si sta già studiando la soluzione migliore per tornare alla possibilità di cessione “multipla”, garantita da un’attenta vigilanza.

Tanto più che anche il Servizio Bilancio del Senato, dove il provvedimento sta iniziando il suo iter d’esame, ha sollevato qualche dubbio. I tecnici riconoscono che la stretta potrebbe avere un impatto sugli investimenti e, frenando la spesa, potrebbe allo stesso tempo farsi sentire anche sul gettito a favore dell’erario in termini di Iva, Irpef/Ires e Irap. Un rischio che, varando la misura, il governo e la Ragioneria generale dello Stato non avrebbero ben contabilizzato.

Forte dell’appoggio praticamente di tutti i partiti, dal Movimento 5 Stelle a Forza Italia, dal Pd alla Lega, Confedilizia torna quindi a chiedere un ripensamento, denunciando un blocco dei cantieri già in atto. Ancora una volta, le modifiche introdotte hanno diffuso incertezza tra gli operatori di settore con la prospettiva, per alcuni, anche di sospendere il servizio di cessione. Cdp, che secondo alcune stime avrebbe una quota del mercato fra il 3 e il 4%, sta approfondendo la questione, ma non ha ancora preso alcuna decisione definitiva.

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