Pechino: Italia omaggio tricolore, riecco magia olimpica

I cinque anelli delle olimpiadi sopra la neve a Pechino. ANSA/EPA/Guillaume Horcajuelo

ROMA.  – Il mondo che sfila, gli atleti che sognano e quella magia che si ripete ogni quattro anni e incanta. Pechino riapre le sue porte e dopo il 2008 torna città olimpica: con la cerimonia diretta dal regista di casa Zhang Yimou, si alza il sipario sulla kermesse stavolta invernale, con 91 delegazioni che faranno passerella nel monumentale stadio pechinese.

L’Italia scenderà nell’impianto per penultima, prima della Cina e si farà notare con una mantella tricolore indossata sulla classica divisa da podio. É l’omaggio di Giorgio Armani che ha realizzato un capo particolare in tessuto tecnico lucido, bianco nella parte centrale, rosso e verde sui lati. “É un tributo alla nostra bandiera e agli alti valori che essa rappresenta, e che i nostri atleti incarnano”, ha spiegato lo stilista.

Saranno le seconde Olimpiadi in tempo di pandemia, sei mesi dopo Tokyo 2020, e Giochi “sottovuoto” con il Covid che non molla la presa e chiude di nuovo tutti in una bolla rigidissima. Tra tamponi e una fitta rete sanitaria, Pechino ha già il record mcome unica città della storia ad aver organizzato sia i Giochi estivi che quelli invernali. Il presidente cinese ha invitato come ospite di riguardo Vladimir Putin, nonostante la Russia non abbia una sua ‘nazionale’ ufficiale, mentre Stati Uniti, Australia e Gran Bretagna applicano il “boicottaggio diplomático”.

Il presidente del Cio, Thomas Bach, che nei giorni scorsi ha invitato “tutti i leader politici del mondo ad impegnarsi per rispettare la tregua olimpica”, oggi alla sessione del Cio, ha elogiato il messaggio unificante emerso dai Giochi capace di respingere “fantasmi del boicottaggio del passato”, sottolineando che i Giochi possono essere separati dalle “dispute politiche”. Le tensioni Russia-Ucraina rischiano comunque di farsi sentire: dal ministro dello sport ucraino Vadym Huttsait è arrivato un invito ai suoi atleti di non posare, mai, in foto con i colleghi della Russia, nemmeno in caso di contemporanea presenza sul podio.

Nei prossimi giorni Bach incontrerà la tennista Peng Shuai. Il n.1 del Cio ha promesso di sostenerla se chiederà un’indagine sulle accuse di molestie sessuali: “Stiamo cercando passo dopo passo di scoprire se vuole avere l’inchiesta: deve essere una sua decisione”, ha detto Bach.

Alle prese con l’ondata di contagi da Omicron che ha chiuso le porte al pubblico negli impianti (prevista la partecipazione solo su inviti), l’effetto Covid sembra giá essere piú pesante di quanto fu con quelle giapponesi: i casi scoperti dalla fitta rete sanitaria di Pechino sono giá 287, 55 rilevati a 24 ore dal via. Tra questi anche il n.1 del Coni Giovanni Malagò, ma soprattutto atleti che per il Covid vedono sfumare la possibilità di partecipare ai Giochi come la russa del biathlon Valeria Vasnetsonva.

Stessa sorte per il connazionale Nikita Tregubov, argento dello skeleton quattro anni fa. Niente da fare anche per l’austriaca campionessa di salto, Marita Kramer che proprio ieri ha annunciato il suo forfait. L’Iran debe rinunciare al suo portabandiera, Seyed Sattar Seyd, sciatore di cross country e gli Stati Uniti sono stati costretti a cambiare portabandiera dopo la positività della campionessa di bob Elana Meyers Taylor: al suo posto domani sfilerà la pattinatrice Brittany Bowe con il campione di curling John Shuster. Positivo anche il norvegese Jarl Magnus Riiber, grande favorito per le prove di combinata nordica.

Laddove non c’è il covid ci sono gli infortuni dell’ultim’ora e la corsa contro il tempo per partecipare: è il caso di Sofia Goggia che dopo la rovinosa caduta di Cortina appena due settimane fa prosegue senza sosta il suo personale programma di recupero per essere al cancelletto di partenza almeno per la discesa del 15 febbraio.

A Pechino – che riutilizzerà gli impianti-capolavoro di architettura moderna del 2008 come il Nido di Uccello e il Cubo d’Acqua – si daranno appuntamento 2.892 atleti di tutto il mondo (118 gli italiani), con nazioni all’esordio assoluto, come Arabia Saudita e Haiti (presenza delle donne al 45,44%). La magia si ripete con il mondo che sfila.

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