Lavoro: 1.221 morti nel 2021. Arrivano mille ispettori

Una manifestazione per la sicurezza sul lavoro. (ANSA)

ROMA.  – Non si ferma la strage di lavoratori in Italia. Nel 2021 ci sono stati altri 1.221 morti sul lavoro, pari a più di tre persone morte al giorno in un cantiere, in una fabbrica, nei campi.

Il numero è leggermente in calo rispetto alle 1.270 vittime del 2020 (-3,9%) ma l’Inail, che ha pubblicato gli open data per l’anno che si è appena concluso, sottolinea che i dati sono “ancora fortemente influenzati” dalla pandemia.

“Siamo di fronte a una strage, abbiamo una media di tre persone al giorno che muoiono sul lavoro, va potenziato il sistema dei controlli. Serve un coordinamento”, afferma il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. “Una guerra civile”, attacca il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, sottolineando che “la logica del profitto non può valere più della vita”.

Davanti a questi numeri il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, spiega che sono state introdotte “norme con sanzioni più incisive e tempestive” ed è stato “rafforzato l’Ispettorato del lavoro”.  Nel dettaglio, specifica il ministro, nei giorni scorsi “i primi 300 funzionari” dell’Ispettorato nazionale del lavoro “hanno scelto la sede” e saranno assegnati entro questa settimana, “entro febbraio arriveranno altri 690 ispettori e 131 funzionari per un totale di 1.121 nuove assunzioni”.

Mentre, “entro metà febbraio” sarà pubblicato in Gazzetta “il bando di concorso per l’assunzione di altre 1.249 unità tra ispettori, informatici e statistici dell’Inl (Rpt Inl)”.

Sul lieve calo delle vittime, l’Inail spiega che il confronto tra il 2020 e il 2021 richiede “cautela” in quanto i dati delle denunce mortali, più di quelli delle denunce in complesso, “risentono di una maggiore provvisorietà”, anche in conseguenza della pandemia da Covid-19, con il risultato di non conteggiare tempestivamente alcune “tardive” denunce mortali da contagio. Complessivamente, le denunce di infortunio sul lavoro sono state 555.236, 896 in più (+0,2%) rispetto alle 554.340 del 2020.

Spicca a livello nazionale un aumento degli infortuni in itinere, accaduti cioè nel tragitto tra casa e lavoro, saliti a 80.389 da 62.217 casi dell’anno precedente (+29,2%), con un conseguente aumento dei decessi in itinere, passati dai 214 casi del 2020 ai 248 del 2021 (+15,9%) mentre quelli in occasione di lavoro sono diminuiti del 7,9% (da 1.056 a 973). In crescita anche le patologie di origine professionale, pari a 55.288 (+22,8%).

Tra i settori in cui si osserva un calo delle denunce mortali c’è industria e servizi, passato da 1.106 a 1.040 (-6%). Al contrario l’agricoltura passa da 113 a 128 denunce (+13,3%), il settore pubblico da 51 a 53 (+3,9%). Dall’analisi per fasce d’età emergono incrementi per gli under 34 (+6 casi) e per la classe 40-49 anni (+55), e decrementi in quelle 35-39 anni (-12) e over 50 (-98 decessi, da 852 a 754).

(di Alfonso Abagnale/ANSA).

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