Nancy Pelosi si ricandida a 82 anni per il Midterm

La speaker del Congresso Nancy Pelosi.
La speaker del Congresso Nancy Pelosi. EPA/JIM LO SCALZO

WASHINGTON.  – La speaker della Camera Usa Nancy Pelosi, la donna più influente e potente d’America, si ricandida al Congresso alle elezioni di Midterm a novembre, quando avrà già 82 anni, di cui 35 a Capitol Hill e 20 come leader del partito democratico alla House.

É stata la stessa deputata californiana ad annunciarlo con un video postato su Twitter, poco prima che il giudice 83/enne della Corte suprema Stephen Breyer annunciasse invece il suo ritiro per motivi di età.

“La nostra democrazia è a rischio per l’assalto alla verità, l’assalto al Campidoglio e l’assalto degli stati (repubblicani, ndr) ai diritti di voto. Questa elezione è cruciale, è in gioco niente di meno che la democrazia ma non soffriremo, ci organizzeremo”, ha promesso. Nella clip non dice se correrà anche per rimanere speaker nel caso i dem mantengano (RPT mantengano) la maggioranza alla Camera. Ma sembra difficile che un peso massimo come lei non continui a guidare il partito, anche se dovesse perdere le elezioni, come appare probabile dagli attuali sondaggi.

Nel 2018 Pelosi aveva promesso che sarebbe stato il suo ultimo mandato come speaker ma últimamente non ha confermato se questo è ancora il suo piano. La ricandidatura per Midterm evita di trasformarla in un’anatra zoppa ma rischia di creare malumori nell’ala progressista del partito, che da tempo chiede un ricambio generazionale per sostituire la vecchia guardia degli inossidabili ottuagenari al comando: oltre alla Pelosi (81 anni), il leader di maggioranza Steny Hoyer (82) e il capogruppo Jim Clyburn (81), cui si aggiunge il presidente Joe Biden (80 anni a novembre).

Tanto che nelle ultime settimane si era già aperto il dibattito interno “per l’era Post-Pelosi”, come aveva titolato il Washington Post, con discussioni tra chi vuole un’altra figura dal pugno di ferro e chi pretende una leadership più decentrata, oltre ad un rinnovamento a catena negli altri posti gerarchici del partito.

In pole il deputato 51/enne di New York Hakeem Jeffries, che potrebbe essere in assoluto il primo afroamericano a guidare un partito in una delle due camere del Congresso, come chiedono i gruppi  parlamentari black, ispanico e asiatico, riducendo così le chance di autorevoli candidati bianchi come il californiano Adam Schiff (alleato della Pelosi). Avvocato, è un esponente progressista ma ha buoni rapporti con la business community, in particolare con Wall Street.

Ma se Pelosi verrà rieletta, difficile che si faccia da parte. La storia parla per lei: italo-americana figlia del deputato e poi sindaco dem di Baltimora Thomas D’Alesandro, al Congresso dal 1987, è stata la prima donna leader di minoranza in Usa (nel 2002) e poi speaker della Camera (dal 2007 al 2011), carica che ha riconquistato nel 2019.

Secondo i più, è stata la speaker più efficace degli ultimi 70 anni, una eccezionale “deal maker” (oltre che una prolifica fundraiser) che ha saputo tenere unito un partito non monolitico e incassare l’approvazione di leggi chiave, dall’ Obamacare alla riforma finanziaria Dodd-Frank, dal pacchetto di aiuti anti Covid da 1.900 miliardi al piano per le infrastrutture da 1.250 miliardi, pilotando due impeachment di Donald Trump, di cui è stata la vera bestia nera.

Ma molti si chiedono se non sia ora di rinverdire un partito che rappresenta le fasce più giovani, diverse e dinamiche del Paese.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA).

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