Putin usa l’arma del gas con le aziende italiane. Ira Ue

Il logo della compagnia di gas russa Gazprom illuminato di fronte all'ufficio del primo ministro a Mosca. ANSA/SERGEI ILNITSKY

ROMA.  – Un incontro “inopportuno”: dopo gli imbarazzi e le polemiche delle ultime 24 ore, è toccato ad un’alta fonte Ue, in serata, pronunciare una condanna secca per l’incontro online di alcuni dei maggiori gruppi industriali italiani con il presidente russo Vladimir Putin.

Un’iniziativa che non può essere accettata, ha insistito la fonte parlando con l’ANSA a Bruxelles, al culmine di una crisi in cui Mosca “sta intimidendo l’Ucraina e cerca di minare le fondamenta della sicurezza in Europa”.

Nessun interesse economico dunque, secondo i vertici dell’Unione, può giustificare un’iniziativa del genere in questo momento. E nemmeno nessuna esigenza di approvvigionamento energetico. Cioè il tasto su cui Putin ha battuto in apertura dell’incontro. La Russia, ha avvertito lo zar, è “un fornitore affidabile di energia ai consumatori italiani”, e continua anzi a vendere all’Italia gas a “prezzi molto più bassi di quelli di mercato” grazie ai contratti a lunga scadenza con Gazprom. Sedici, ha fatto sapere il Cremlino, le grandi imprese italiane rappresentate all’incontro. Solo tre hanno rinunciato.

Ufficialmente non sono stati resi noti i nomi né delle une né delle altre, perché, ha affermato il portavoce Dmitry Peskov, ci sono state “pressioni di qualcuno su qualcun altro”. Un modo per citare, senza citarlo, l’intervento di Palazzo Chigi trapelato su alcuni media, secondo i quali almeno alle aziende partecipate dallo Stato sarebbe stato chiesto di non prendere parte all’iniziativa. Peskov ha fatto comunque salvo il bon ton diplomatico, premurandosi di dire che il governo russo non ha ricevuto da quello italiano alcuna comunicazione ufficiale in proposito, e quindi non vale la pena di prendere in considerazione gli articoli dei giornali, perché “non hanno molta importanza”.

Solo una la rinuncia annunciata ufficialmente, quella dell’Eni, mentre non è stato chiarito quale siano state le altre defezioni tra la nutrita lista circolata precedentemente, che comprendeva tra gli altri Enel, Unicredit, Intesa, Generali e Danieli, il gruppo siderurgico che solo la settimana scorsa ha firmato con la russa Magnitogorsk Iron Steel Works PJSC (Mmk) un contratto da 100 milioni di euro per la costruzione di quattro forni. Alla vigilia era stata annunciata anche la partecipazione di Marco Tronchetti Provera, presidente di Pirelli e co-presidente del Comitato imprenditoriale italo-russo, che con la Camera di commercio italo-russa, presieduta da Vincenzo Trani, ha promosso l’iniziativa. Foltissima la delegazione russa, con Putin affiancato da ben otto ministri titolari di dicasteri chiave.

Lo zar è partito ricordando che “l’Italia è uno dei principali partner economici della Russia”. Il terzo per interscambio commerciale in ambito Ue, con un valore totale di oltre 20 miliardi di dollari solo nei primi nove mesi del 2021.

Mentre gli investimenti italiani in Russia sono pari a 5 miliardi di dollari e quelli russi in Italia a 3 miliardi. Ma è, appunto, sui rifornimenti di gas che il capo del Cremlino ha insistito maggiormente, ricordando i prezzi di favore praticati grazie alla collaborazione di lunga data con Mosca, nonostante le quotazioni di mercato “significativamente aumentate per la stagione invernale e la carenza di offerta”. Tradotto: in assenza di questi buoni rapporti, gli italiani si troverebbero a far fronte a rincari delle bollette ben più gravosi di quelli di oggi.

Oltre a questo, comunque, ci sono gli interessi di oltre 500 aziende a capitale italiano attive nel mercato russo. “La vita va avanti comunque”, nonostante tutte le crisi politiche, ha affermato il portavoce del Cremlino Peskov. E Vincenzo Trani, presidente della Camera di commercio italo-russa, gli ha fatto eco sostenendo che “il dialogo economico-imprenditoriale tra Italia e Russia” è “fondamentale”, e deve quindi continuare “lasciando da parte la retorica politica”. Un’opinione non condivisa da tutti, come ha chiaramente fatto capire l’Ue.

(di Alberto Zanconato/ANSA).

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