Coronavirus Italia: curva stazionaria, lento calo casi. In 24ore 468 morti

A passeggio con la mascherina a Roma.
A passeggio con la mascherina a Roma. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

ROMA. – E’ una condizione di sostanziale stabilità quella che caratterizza attualmente la curva epidemica in Italia, con una lenta diminuzione dei casi di Covid su base settimanale in attesa, analizzano gli esperti, di una più netta decrescita nelle prossime settimane. Un quadro nel quale si inserisce però la variabilità dei dati su base giornaliera che segnalano nelle ultime 24 ore un aumento dei decessi, con 468 morti, sul quale pesa però il riconteggio da parte di alcune Regioni.

Il bollettino giornaliero del ministero della Salute segnala, infatti, 186.740 nuovi contagi rispetto ai 77.696 di ieri, ma va ricordato che tale numero rifletteva il minor numero di tamponi processato durante il fine settimana. Le vittime sono invece 468, mentre ieri erano state 352. Dei 468 decessi registrati nelle ultime 24, tuttavia, 186 sono avvenuti nei giorni precedenti secondo quanto comunicato da alcune regioni (Sicilia, Campania, Veneto, Umbria).

Aumenta il numero dei tamponi molecolari e antigenici effettuati nelle 24 ore: sono 1.397.245 (ieri 519.293) ed il tasso di positività è al 13,36%, in calo rispetto al 15% del giorno precedente. Sostanzialmente stabile l’occupazione dei posti letto nelle terapie intensive, con 1.694 ricoverati (9 in più di ieri). Aumentano invece a 20.027 i ricoverati con sintomi nei reparti ordinari (+162 rispetto a ieri).

Anche l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali Agenas, nella sua rilevazione quotidiana relativa al 24 gennaio, segnala che a livello giornaliero la percentuale di posti occupati nei reparti resta al 30% in Italia ma cresce in 12 regioni, mentre la percentuale di occupazione nelle intensive resta al 17% in Italia ma 7 Regioni sono oltre il 20%.

La situazione è dunque ancora fluida, pur con segnali di miglioramento, secondo l’analisi di Cesare Cislaghi, già presidente della Società italiana di epidemiologia. Il trend epidemico su base settimanale, spiega all’ANSA, “indica che è in atto una lenta diminuzione dei casi, pari a circa il 2-3% di casi in meno sulla media dei 7 giorni. Tuttavia, non c’è ancora una discesa netta della curva ed è difficile al momento fare delle previsioni”. I nuovi casi, cioè, “non aumentano e sembra che abbiano cominciato la discesa, ma non si possono avere certezze circa l’andamento di questa fase”.

Attualmente, chiarisce l’esperto, “si è arrivati in Italia a 10 milioni di contagiati da inizio pandemia, ma va considerato che i positivi non diagnosticati potrebbero essere fino al doppio. Quando si arriva ad un numero totale di contagiati cosi grande, è chiaro che c’è da aspettarsi che la pandemia diventi endemica con un calo dei nuovi casi, però i tempi non sono certi”.

Inoltre, “nonostante il numero dei decessi resti ancora elevato, la letalità, ovvero il rapporto tra morti e persone diagnosticate positive, è ora molto più basso rispetto ad un mese fa”. Questo indica, sottolinea Cislaghi, che “l’attuale malattia da Omicron fa registrare minori conseguenze gravi e letali soprattutto tra i vaccinati, mentre i rischi sono ben maggiori per i non vaccinati”.

In questo contesto, avverte, “è bene mantenere prudenza nei comportamenti”. E Massimo Galli, già direttore di Malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano, invita ad attendere qualche giorno “per proclamare che la curva dei contagi sta scendendo. Non sappiamo per altro la percentuale di casi che non viene denunciata” e quindi “prima di fare affermazioni di sicurezza in termini di reale flessione – afferma, mettendo anche in guardia dal rischio di nuove varianti – io attenderei qualche giorno e considererei che la faccenda possa avere anche risvolti diversi in diverse aree del Paese”.

Più ottimista l’infettivologo Matteo Bassetti: “Siamo in una fase di plateau prima dell’ultima grande discesa che – rassicura – ci porterà verso la fine della fase pandemica e l’inizio della fase endemica di convivenza con il virus”.

(di Manuela Correra/ANSA)

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