Coronavirus Italia: verso il picco dei decessi. Locatelli: “Si vede la frenata”

Sanitari e pazienti nel reparto di terapia intensiva Covid-19 dell'ospedale diCasal Palocco
Sanitari e pazienti nel reparto di terapia intensiva Covid-19 dell'ospedale diCasal Palocco. ANSA/GIUSEPPE LAMI

ROMA. – Dopo il picco dei casi positivi e quello dei ricoveri nelle terapie intensive, l’andamento dei numeri dell’epidemia di Covid-19 indica che si sta andando verso il picco dei decessi e, in generale, “la situazione dei dati degli ultimi giorni indica indubitabilmente una frenata. Questo è un segnale incoraggiante”, ha detto il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli.

“Soprattutto – ha aggiunto – è rilevante il segnale della riduzione dei nuovi ingressi nelle terapie intensive e nei posti letto di area medica”. Un altro dato positivo è che per la prima volta da fine ottobre si osserva un calo degli attualmente positivi: oltre 25.000 in meno nelle ultime 24 ore. Un dato ancora più importante se confrontato con quello dell’incremento dei guariti: oltre 102.000 in 24 ore.

Sono numeri importanti di un’inversione di tendenza che potrebbe portare alla conclusione di questa quarta ondata della pandemia e, complessivamente, i segnali della discesa della curva dell’epidemia di Covid-19 in Italia sono “robusti”, come li ha definiti il fisico Daniele Pedrini, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e coordinatore del sito CovidStat. E’ ancora presto, però, per trarre conclusioni: “bisognerà attendere due settimane – ha detto – per essere certi che siamo nella fase di discesa della curva”.

Il numero complessivo dei contagiati nel nostro Paese ha intanto superato i 10 milioni, contro i 7,1 milioni di dimessi e guariti. I dati giornalieri del ministero della Salute indicano che i nuovi casi positivi sono stati 77.696, contro i 138.860 del giorno precedente: una flessione notevole, ma che risente del rallentamento nei test tipica del fine settimana.

I nuovi casi sono stati infatti rilevati per mezzo di 519.293 test, fra molecolari e antigenici rapidi, contro i 933.384 del giorno prima. Il tasso di positività ha invece subito solo una leggera oscillazione, dal 14.9 all’attuale 15%. Nell’ultimo giorno i decessi sono aumentati da 227 a 352, ma l’andamento complessivo lascia intravedere che il picco non dovrebbe essere lontano.

“Dopo il picco della percentuale dei positivi ai test molecolari, raggiunto il 6 gennaio, e quello degli ingressi giornalieri in terapia intensiva, raggiunto l’11 gennaio, l’analisi delle differenze settimanali rivela che la curva dei decessi giornalieri è in crescita frenata e durante i prossimi sette giorni è previsto il picco”, ha detto il matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘M.Picone’, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr).

Anche per il fisico Enzo Marinari, dell’Università Sapienza di Roma, “il massimo dei contagiati è stato raggiunto, si vede con chiarezza che anche i ricoveri nelle unità di terapia intensiva hanno superato il picco e per i decessi aspettiamo a breve il raggiungimento del picco”.

Tornando ai numeri giornalieri diffusi dal ministero della Salute, il numero dei ricoverati nelle terapie intensive è rimasto invariato in 24 ore, con 1.685, e gli ingressi giornalieri sono stati 101. Nei reparti ordinari i ricoverati sono 19.862, ovvero 235 in più rispetto al giorno prima.

I dati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) indicano che l’occupazione delle unità di terapia intensiva a livello nazionale è stabile e pari al 17%, con segnali di calo in sei regioni e che la percentuale di posti occupati da pazienti Covid nei reparti ospedalieri di area non critica è ferma al 30% in Italia ma cresce in 11 regioni o province autonome.

Per quanto riguarda gli incrementi giornalieri dei casi positivi nelle regioni, il ministero della Salute segnala i maggiori in Emilia Romagna, con 14.719 nuovi casi; seguono Lombardia (8.844), Lazio (7.622), Piemonte (7.526) e Veneto (6.188).

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