Supercoppa: festa Inter, al via ciclo Inzaghi

Edin Dzeko (s) festeggia il suo primo gol con Lautaro Martinez.
Edin Dzeko (s) festeggia una rete. (ANSA)

MILANO. – Una vittoria meritata contro la Juventus, arrivata proprio all’ultimo secondo utile, che premia un gruppo e consacra un allenatore mai sopra le righe, un lavoratore instancabile e un eccezionale uomo di campo, Simone Inzaghi. Solleva la Supercoppa, ormai senza un filo di voce dopo aver incitato i suoi per oltre centoventi minuti, consapevole di poter iniziare un ciclo all’Inter, un club dove i tecnici – vincenti o perdenti – non sono mai durati abbastanza.

È questo probabilmente il significato di una partita dura, non bella, tesa, a tratti nervosa chiusa da un brutto gesto di Leonardo Bonucci ai danni del segretario dell’Inter Cristiano Mozzillo colpevole probabilmente di aver esultato al gol di Alexis Sanchez quando sembrava ineluttabile che si andasse ai rigori. Forse una battuta inopportuna da parte di Mozzillo ha acceso Bonucci ma poi tutto è rientrato con post e parole distensive sul web. Comunque, multa di diecimila euro a Bonucci e cinquemila di ammenda anche all’Inter.

La sfida tra Inter e Juventus è sempre e in ogni caso ad alta tensione. La squadra di Allegri conferma tutte le difficoltà di questa stagione, i nerazzurri invece mostrano una mentalità vincente e una forza che potrebbero portare dritto allo scudetto, il secondo di fila. Uomo partita sicuramente Sanchez che ora chiede spazio e un posto da titolare, esprimendo – proprio nel momento del trionfo – una certa amarezza per essere stato marginalizzato.

Un leone in gabbia ancora affamato e carico, come si è definito. Inzaghi è avvertito e potrebbe tenerne conto già nella prossima partita contro l’Atalanta, schierandolo dal primo minuto insieme a Lautaro Martinez.

Il giorno dopo la vittoria, con il doveroso viatico del presidente nerazzurro Steven Zhang, si guarda già al futuro. C’e’ voglia di stabilità e di costruire qualcosa di duraturo con Inzaghi. L’allenatore ha conquistato pubblico, dirigenti e giocatori e sembra essere la carta vincente di un gruppo che ha saputo tenere unito dopo l’addio di Conte.

Sembrava impossibile rimpiazzarlo ma alla fine dei conti non ci sono rimpianti. Conte faceva salire adrenalina e tensione, troppo spesso polemico, a volte inutilmente, implacabile fuori e dentro lo spogliatoio. Inzaghi e’ agli antipodi: umiltà, passione, calma sono le sue parole chiave. Un’eleganza e uno stile che lo rendono l”uomo della provvidenza’ almeno per questa Inter con il primo titolo della stagione già in bacheca.

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