Pechino, appello olimpionici ai leader: vaccini a tutti

Una donna scatta una foto a una scultura delle olimpiadi invernali Pechino 202 al parco industriale di Shougang, EANSA/PA/ROMAN PILIPEY

ROMA.  – A poco più di tre settimane dall’apertura dei Giochi olimpici invernali di Pechino, il rischio Covid-19 continua ad aleggiare su una Cina impegnata al massimo per garantire la sicurezza dell’evento. Le rigide restrizioni agli ingressi – tra gli strumenti principali adottati insieme con i lockdown locali e i test a tappeto – stanno però determinando conseguenze, come la scelta annunciata oggi dalla Svezia di non mandare a Pechino rappresentanti del governo.

Intanto, il Cio ha mobilitato un gruppo di olimpionici, tra i quali Federica Pellegrini, Gianmarco Tamberi e Martina Caironi, per un video-appello rivolto ai governi per dare accesso “equo e libero” al vaccino a tutti in tutto il mondo.

“Come atleti, possiamo unire il mondo attraverso il potere dello sport e ora più che mai siamo uniti per usare quel potere e quello del movimento olimpico e paralimpico per aiutare a vincere la battaglia contro il Covif quando si è insieme siamo più forti”, affermano nel video i campioni, che invitano “governi, fondazioni, filantropi, imprese sociali e organizzazioni sanitarie a unirsi per dare libero accesso al vaccino e a proteggere i vulnerabili”.

La sfida, lanciata dal direttore dell’Oms, Tedros Ghebreyesus, è arrivare a vaccinare il 70% della popolazione di tutti i Paesi entro l’inizio di luglio.

Un evento come la cerimonia di apertura delle Olimpiadi del 4 febbraio avrebbe potuto essere un’occasione per i leader per incontrarsi, ma col passare del tempo fioccano le rinunce. La Svezia ha fatto sapere che la sua scelta è solo legata alla situazione del Covid e non ha nulla a che fare con un “boicottaggio diplomatico” che è stato deciso invece da Stati Uniti, Canada, Australia e Gran Bretagna per denunciare le violazioni dei diritti umani in Cina.

I rischi per la pandemia e il suo andamento nelle prossime settimane potrebbero indurre altri Paesi a limitare al massimo la presenza delle proprie rappresentanze ufficiali, mentre sul fronte atleti e tecnici tutti sono ansiosi di cominciare.

Lascia un commento