Si riaccende scontro sul nucleare, Ue rinvia decisione

Una centrale nucleare

BRUXELLES.  – Bruxelles non riesce a dipanare la matassa del nucleare “verde” e lo scontro in Europa si riaccende. Con Parigi e Berlino protagoniste di una contrapposizione netta e, nell’epoca del Trattato di Aquisgrana siglato da Emmanuel Macron e Angela Merkel, alquanto inedita.

Dopo la pioggia di critiche piovutele addosso da un corposo gruppo di capitali – soprattutto le germanofone – per aver inserito l’atomo nella bozza della sua “tassonomia” per classificare le fonti energetiche green cui dedicare gli investimenti per la transizione ecologica, la Commissione europea temporeggia. E fa slittare al 21 gennaio l’adozione dell’atto delegato sul ruolo del nucleare e del gas naturale nella transizione verde, inizialmente prevista per il 12 gennaio.

Il rinvio, spiegano da palazzo Berlaymont, serve a concedere più tempo agli esperti e agli Stati membri di analizzare il testo. Ma soprattutto per cercare di conciliare le priorità opposte sull’atomo di Francia e Germania. Che nel frattempo non sembrano disposte a trovare un punto d’incontro.

Il messaggio di Berlino è inequivocabile: “un chiaro no” alla proposta Ue. Parlando al canale tv pubblico Ard, la ministra dell’Ambiente tedesca, la verde Steffi Lemke, precisa che la decisione è stata assunta in modo compatto dall’intera compagine di governo, per il quale la priorità è invece il gas.

La contrarietà al nucleare è suffragata da Austria, Lussemburgo e Spagna, con le prime due pronte anche a citare Bruxelles davanti alla Corte di giustizia Ue. Parigi, dal canto suo, insiste sul ruolo essenziale dell’atomo nella transizione verde e appoggia il compromesso dell’Ue, in una sorta di grande patto con i Paesi più dipendenti dal carbone dell’Est, che grazie all’inclusione del gas potranno abbandonare il combustibile nero.

Se dall’Eliseo per ora non arrivano ulteriori dichiarazioni, a tenere il punto ci pensa il rappresentante francese in seno alla Commissione europea, Thierry Breton. “Non c’è modo per l’Europa di raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni nette nel 2050 senza” usare “l’energia nucleare”, ribadisce il commissario per il Mercato interno. Che poi alza l’asticella: per le centrali di nuova generazione, il francese stima che serviranno investimenti per “500 miliardi di euro” da qui al 2050, mentre “quelle già esistenti richiederanno circa 50 miliardi di euro di investimenti entro il 2030”.

Uno sforzo complessivo a favore dell’atomo che vale circa 20 miliardi all’anno. Ma che dovrà vedersela anche con il voto del Parlamento europeo. Numerosi eurodeputati tra le file dei Socialisti e dei Verdi hanno promesso battaglia: la via pertrovare un’intesa si preannuncia ancora lunga e in salita.

(di Valentina Brini/ANSA).

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