La linea dura Nato: “Con Mosca il conflitto è possibile”

Il segretario generale, della Nato Jens Stoltenberg, durante la conferenza stampa.
Il segretario generale, della Nato Jens Stoltenberg, durante una conferenza stampa. (ANSA)

BRUXELLES. – Con Mosca “il rischio di un conflitto è reale”. A pochi giorni dal Consiglio Nato-Russia, l’Alleanza Atlantica mette sul tavolo il suo volto più duro e ipotizza, in maniera netta, la possibilità di un fallimento della via diplomatica sulla crisi Ucraina.

“L’ammassamento delle truppe russe al confine continua, se il dialogo fallisce siamo preparati”, ha scandito il segretario generale Jens Stoltenberg dopo aver visto in una riunione straordinaria i ministri degli Esteri dei Paesi Nato. A fare la parte del ‘poliziotto buono’, questa volta, sono gli Stati Uniti. “Siamo pronti a respondere  con la forza ad un’aggressione di Mosca ma una soluzione diplomatica è ancora possibile”, ha sottolineato il segretario di Stato Usa, Anthony Blinken.

Nella videoconferenza dei ministri Nato è emerso un chiaro scetticismo sulla possibile de-escalation da parte di Mosca. E le le proposte sulla sicurezza inviate dal Cremlino neanche sembrano convincere l’Alleanza. “Il nostro obiettivo è la prevenzione dei conflitti”, è stata la premessa di Stoltenberg che, sulla richiesta di Vladimir Putin di non accettare più adesioni dai Paesi limitrofi alla Russia, sceglie di tenere il punto: “le porte della Nato sono aperte ma allo stesso tempo noi rispettiamo comunque le decisioni dei Paesi sovrani”, ha spiegato il numero uno dell’Alleanza facendo particolare riferimento alla possibile adesione di Svezia e Finlandia.

Il binario della Nato resta “doppio”. da un lato c’è la via del dialogo dall’altro “i severi costi” che Mosca pagherebbe in caso aggressione a Kiev. Ed è su quest’ultimo aspetto che il segretario generale si è soffermato. Definendo, di fatto, un piano B in tre tappe: a quello delle sanzioni economiche, finanziarie e politiche si aggiungono – ha puntualizzato – il sostegno alla capacità di difesa dell’Ucraina e la “constante valutazione” di una maggiore presenza dell’Alleanza nella sua parte orientale, a cominciare dai mari che lambiscono le coste russe. E ad aver reso ancora più tesa l’atmosfera del Summit sono state le notizie giunte dal Kazakhstan. “La Nato è preoccupata e segue molto da vicino la crisi. Bisogna porre fine alla violenza e vanno rispettati i diritti, inclusi quello alle manifestazioni pacifiche”, ha spiegato Stoltenberg.

Seguendo uno schema non nuovo a quelle di tante trattative, la Nato sceglie insomma di alzare il tiro ad una manciata di ore da una serie di cruciali incontri.  Si comincerà il 10, con i colloqui a Ginevra tra Usa e Russia. Il 12, a Bruxelles, si terrà il Consiglio Nato-Russia. “Noi siamo in buona fede, Mosca dimostri che vuole seriamente il dialogo”, è stato l’invito di Stoltenberg. Nel summit Nato, tuttavia, il segretario generale ha dovuto anche far fronte al pressing dei Paesi Ue, tra i quali crescono i timori di una marginalizzazione, da parte degli Usa e dei vertici Nato, rispetto al dossier ucraino.

“La soluzione deve passare dall’Ue”, ha avvertito Ursula von der Leyen ribadendo un concetto anticipato già dall’Alto Rappresentante Josep Borrell: “il periodo di Yalta”, quando le intese le siglavano Usa, Urss e Regno Unito, “è finito”.

“Quando si parla di sicurezza europea gli alleati Ue sono al tavolo perché fanno parte della Nato”, ha provato a rassicurare Stoltenberg ricordando come la gran parte dei membri dell’Alleanza siano proprio Stati dell’Unione.

(Di Michele Esposito/ANSA).

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