La partita per il Quirinale entra nel vivo, le forze politiche a conclave

Il Torrino del Palazzo del Quirinale illuminato con il tricolore
Il Torrino del Palazzo del Quirinale illuminato con il tricolore. (Ufficio Stampa Quirinale)

ROMA. – Dopo settimane di contatti, indiscrezioni e boatos, con le tante riunioni interne dei partiti entra nel vivo la partita per il Colle. Si parte martedì prossimo con la segreteria del Pd, poi mercoledì la riunione di Coraggio Italia, con un occhio alla possibile federazione di Centro. Quindi giovedì la direzione dei dem e, infine, venerdì il vertice dei leader del centrodestra, con la possibile definizione della candidatura di Silvio Berlusconi.

Piano piano si sta entrando nel cuore della discussione, e non mancano alcune “tirate di giacchetta” che arrivano dall’Europa, soprattutto a favore del mantenimento dello ‘status quo’. Emmanuel Macron, nel corso della conferenza stampa congiunta all’Eliseo con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, risponde così a una domanda sul Quirinale: “Abbiamo molta fortuna ad avere un presidente della Repubblica (Sergio Mattarella) e un presidente del consiglio (Mario Draghi) così coraggiosi, europeisti e amici della Francia”.

Sulla stessa linea Goldman Sachs in un report dedicato all’Italia dal titolo molto esplicito, dal sapore musicale: ‘Draghi: should I stay or should I go’, ovvero: Draghi, dovrei andare via o dovrei rimanere. Anche per questa importantissima banca d’affari, di cui lo stesso Draghi fu vicepresidente, la risposta è netta: il premier rimanga dove sta.

L’ eventuale elezione di Mario Draghi a Presidente della Repubblica, si legge nel report, rafforzerebbe l’ancoraggio dell’Italia e della sua politica all’Europa” ma allo stesso tempo “scatenerebbe incertezza circa il nuovo governo e l’efficacia della sua politica” con il rischio di impatti negativi sull’utilizzo delle risorse e l’implementazione delle riforme legate al Recovery Fund.

Parole chiarissime che arrivano dopo le tante pronunce in tal senso della business comunity internazionale. Un segnale a favore della permanenza del Presidente del Consiglio a Palazzo Chigi arriva anche da un importante alleato di maggioranza, la Lega. Fonti del partito verde smentiscono i rumors secondo cui Matteo Salvini sarebbe pronto a abbandonare l’esecutivo. Il Segretario federale – trapela da fonti parlamentari – non sta progettando alcuna uscita dal governo: la Lega intende rimanerci, con Mario Draghi a Palazzo Chigi, per completare il lavoro.

“In quest’ottica – proseguono le stesse fonti – va letta anche la campagna sulle bollette e, in prospettiva, sul nucleare pulito. Il partito è al lavoro su dossier urgenti e che toccano nel vivo famiglie e imprese. Certo, è necessario un cambio di marcia su alcuni temi a partire dall’immigrazione”. Nessun timore, pertanto, di subire la concorrenza di Fratelli d’Italia, libera di gestire il campo dell’opposizione.

“La Lega – sottolineano le stesse fonti – è un partito con una radicata tradizione di governo: amministra da decenni centinaia di comuni e regioni importanti, e quando Matteo Salvini è stato vicepremier e ministro ha saputo raddoppiare i consensi nel giro di un anno”.

Ovviamente tutto può ancora accadere da qui al 24, quando finalmente la parola passerà ai grandi elettori per il loro primo responso. Bisognerà vedere se Silvio Berlusconi andrà fino in fondo, se proporrà lui un candidato, o se i due poli in modo autonomo troveranno un nome condiviso.

Tuttavia, a bocce ferme, ove mai non si trovasse un’intesa bipartisan, sul Colle come sul governo, a questo punto lo scenario di un Mattarella bis potrebbe uscire dallo sfondo in cui rimane relegato in questi giorni, anche per la netta contrarietà dell’attuale inquilino del Colle ad una sua rielezione.

(di Marcello Campo/ANSA)

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