Tegola su Biden: a dicembre flop dell’occupazione in Usa

Il presidente Joe Biden in una foto d'archivio.
Il presidente Joe Biden in una foto d'archivio.

NEW YORK. – La corsa dell’occupazione americana frena a dicembre costringendo Joe Biden a fare i conti con la realtà. All’indomani dell’attacco al suo predecessore Donald Trump per l’assalto al Congresso del 6 gennaio, il presidente americano si mostra sulla difensiva di fronte a un mercato del lavoro che ha creato il mese scorso solo 199.000 posti di lavoro, meno della metà rispetto alle attese.

Dalla Casa Bianca Biden difende il suo piano economico: “Sta funzionando”, dice citando il calo del tasso di disoccupazione in dicembre al 3,9%, ovvero a pochi decimali dal 3,5% pre-pandemia, e soprattutto la creazione di oltre 6,4 milioni di posti nell’intero 2021, un record nonostante il quale mancano ancora all’appello 3,6 milioni di occupati rispetto ai livelli pre-Covid. “É una giornata storica per la nostra ripresa economica”, afferma il presidente plaudendo ai vaccini chiave di svolta e alla sua ricetta economica.

“America is back to work e l’economia americana è più forte di quanto non lo fosse pre-Covid”, aggiunge Biden constatando la volata di Wall Street nell’ultimo anno. Con un riferimento implicito a Trump, che nell’andamento della borsa vedeva il termometro della sua presidenza, afferma: “Sotto il mio sguardo i listini sono balzati di record in record”. Il presidente però ammette il nodo dell’inflazione: resta una “preoccupazione”, dice. I salari medi orari – emerge dai dati del Dipartimento del Lavoro – sono saliti su base annua del 4,7%. Un incremento quindi sostenuto ma inferiore al balzo dei prezzi, attesi crescere nel 2021 di oltre il 5%.

Al di là delle parole di Biden, i dati ufficiali sullo stato di salute del mercato del lavoro americano indicano un rallentamento della crescita dell’occupazione e non includono, essendo relativi a dicembre, il potenziale impatto di Omicron sull’economia. Nonostante la frenata dei posti creati, però, il tasso di disoccupazione è calato. I due dati emergono da due diversi tipi di rilevazioni, una condotta fra i datori di lavoro e l’altra fra le famiglie.

L’indagine fra i datori di lavoro conferma il proseguire della crescita ma a ritmo lento: dietro ai soli 199.000 posti creati si  nascondono le difficoltà delle aziende ad assumere personale in parte a causa della scelta di molti potenziali lavoratori a restare nelle retrovie per paura del Covid o perché non soddisfatti delle posizioni offerte.

Il calo del tasso di disoccupazione, rilevato con un’indagine sulle famiglie, sembrerebbe invece indicare come molti americani hanno optato per lavorare in proprio dopo un anno di lavoro da casa.

La fotografia scattata dal Dipartimento del Lavoro sembra confermare la linea della Fed, ovvero l’avvio di una stagione di rialzi dei tassi forse già a partire da marzo. La banca centrale ha iniziato di recente a mettere maggiore accento sul tasso di disoccupazione rispetto ai posti di lavoro creati. E il calo registrato in dicembre è letto dagli analisti come un’ulteriore conferma di una stretta in vista del costo del denaro.

“La Fed, con l’indipendenza di cui ha bisogno, agirà per centrare il suo duplice obiettivo della massima occupazione e della stabilità dei prezzi assicurandosi che l’inflazione non si radichi nel lungo termine”, osserva Biden consapevole che una Fed falco contro il caro-vita potrebbe rallentare la ripresa. E questo con il rischio di far scivolare ancora di più il presidente americano nei sondaggi, dove già è in forte difficoltà.

(di Serena Di Ronza/ANSA).

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