Sale allarme imprese: nuovi aiuti a metà gennaio

Una impiegata della recepcion di un albergo riceve il pagamento di un cliente
Una impiegata della recepcion di un albergo riceve il pagamento di un cliente (ANSA)

ROMA.  – Alberghi, discoteche, ma anche fiere, congressi, eventi. I contagi di Omicron colpiscono anche loro. La lista dei settori di nuovo paralizzati dal Covid si allunga con il passare delle settimane e le imprese colpite chiedono con sempre maggiore insistenza al governo di intervenire ancora, dopo i ristori del 2020 e i sostegni del 2021, per compensare cancellazioni e chiusure.

Un pressing a cui la maggioranza non rimane indifferente e che potrebbe portare ad un nuovo decreto a metà di questo mese, con uno stanziamento che potrebbe aggirarsi intorno ai 2 miliardi.

A parlarne sono stati i rappresentanti dei partiti nella cabina di regia che ha anticipato il varo del decreto sfociato nell’obbligo vaccinale per gli over 50. Tutti hanno concordato sulla necessità di un’attenta valutazione di quali attività abbiano bisogno di un intervento, confermata oggi da Maria Stella Gelmini che annuncia “da subito” un apposito tavolo di lavoro per risarcire le attività danneggiate. Niente soldi a pioggia dunque, ma interventi mirati per dare ossigeno a chi lo sta perdendo, da coprire con risorse già a bilancio, senza necessità di nuovo deficit.

Sul tavolo dei ministri Garavaglia e Giorgetti, ma anche di Andrea Orlando al ministero del Lavoro, ci sono innanzitutto i problemi sollevati dal turismo, costretto a fare i conti con un Natale e un’Epifania all’insegna delle disdette. L’sos arriva dalle imprese ma anche dagli enti locali. Innanzitutto da Roma, dove sono chiusi 350 hotel, con relativi rischi occupazionali per migliaia di lavoratori, e da dove il sindaco Roberto Gualtieri chiede al governo di aprire subito un tavolo per definire un sostegno immediato a favore delle città d’arte.

La priorità in questo caso è il prolungamento della Cig Covid, scaduta per le piccole e medie imprese a fine dicembre, a cui affiancare probabilmente anche l’equiparazione della quarantena alla malattia, anche in questo caso non rinnovata, e la proroga delle garanzie e delle moratorie richiesta dal mondo bancario.

L’incertezza domina peraltro anche il mondo delle fiere e dei congressi. Alcuni dei principali poli fieristici del Centro-Nord (Bologna, Vicenza, Rimini) hanno già deciso il rinvio di molte manifestazioni attese a gennaio, a partire da Vicenza Oro. La Borsa Internazionale del Turismo, in programma a febbraio Fieramilanocity, ha optato per lo slittamento ad aprile e a marzo è stato rinviato l’appuntamento con Hospitality di Riva del Garda. Il settore catering lamenta a dicembre l’annullamento di eventi per 300 milioni di euro, mentre Federmoda chiede crediti d’imposta per le giacenze di magazzino, “ad oggi inspiegabilmente concessi esclusivamente all’industria della moda”.

Discorso diverso invece se il governo decidesse di intervenire anche sulle bollette. Per calmierare l’impatto dei rincari servirebbe sicuramente a quel punto uno scostamento, che secondo indiscrezioni potrebbe arrivare fino a 10 miliardi.

“Abbiamo necessità di intervenire su alcuni versanti – afferma anche la vice segretaria della Cgil, Gianna Fracassi – Sicuramente sul caro bollette, sicuramente su una carta Covid per il turismo, oltre che per la scuola e le risorse per le quarantene dei lavoratori”.

(di Mila Onder/ANSA).

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