Palazzo Chigi sblocca 50 miliardi di sostegni, sprint misure attuative

ROMA PALAZZO CHIGI SEDE DEL GOVERNO FOTO DI © FRANCESCO GARUFI/SINTESI PALAZZO CHIGI, THE ITALIAN GOVERNMENT BUILDING

ROMA. – La pandemia e la crisi economica. Ma anche il Piano nazionale di ripresa e resilienza, pensato per superare l’emergenza. Sono i filoni che hanno impegnato i primi 10 mesi del governo Draghi, che ha convocato 54 Consigli dei ministri e approvato 109 provvedimenti di cui 41 decreti legge.

Una produzione “corposa”, ammette l’esecutivo nella relazione sull’attuazione del programma firmata dal sottosegretario alla presidenza Roberto Garofoli, dettata anche dal fatto che si è scelto di superare la politica dei Dpcm anti-Covid per passare a quella dei decreti. La relazione ne elenca 20, 5 per contrastare la variante Omicron solo nell’ultimo mese e mezzo, compreso quello della Befana con l’obbligo di vaccino per gli over 50.

Una attività che però non ha impedito di smaltire una grossa fetta di arretrato di provvedimenti attuativi , che si è ridotto del 60%, e di sbloccare quasi tutti i 50 miliardi stanziati a maggio con il decreto Sostegni bis, il più impegnativo anche come numero di decreti attuativi richiesti (85 in tutto, ne mancano ancora 43).

Mentre le categorie più colpite dai danni economici del virus tornano a chiedere aiuto, il governo sta quindi correndo per chiudere l’ultima tranche di sostegni del 2021. Finora tra misure autoapplicative (circa 34 miliardi) e decreti attuativi (quasi 16 miliardi) è stato sbloccato il 99,6% delle risorse. Ma restano ancora fermi circa 225 milioni (“una minima percentuale” sottolinea la relazione, lo 0,4%) che hanno bisogno di decreti attuativi per essere svincolati. Si presume, scrive Garofoli, che lo sblocco “possa avvenire in tempi strettissimi con l’impegno delle amministrazioni interessate”.

Amministrazioni che sono state oberate in questi mesi sia dai 51 obiettivi del Pnrr, sia dall’impegno a smaltire gli atti arretrati: lo stock dei decreti attuativi, anche ereditati dal governo Conte e Conte bis “si è ridotto del 60,1%, passando da 679 provvedimenti da adottare a 271.

Più in generale, dal 13 febbraio al 31 dicembre 2021 il governo ha “smaltito” (adottati e superati per abrogazione delle norme primarie) 728 provvedimenti attuativi, in parte attesi dalla scorsa legislatura, a un ritmo che è aumentato negli ultimi mesi e che supera, ci tengono a sottolineare dall’esecutivo, quello dei governi precedenti.

Di competenza del governo Draghi sono 357 decreti attuativi di cui quasi la metà – 113 – aggiunti in Parlamento. Di questi ne sono stati adottati 182, oltre il 51% mentre il Conte I e II si sono fermati all’attuazione di circa il 18% dei loro atti secondari. Risultati ottenuti attraverso la “riorganizzazione delle strutture e delle regole per l’attuazione delle politiche pubbliche” che, grazie al meccanismo dei target per ogni amministrazione ha portato allo smaltimento in media di 70 atti al mese, con i picchi dei 112 di settembre, 97 di novembre e 94 di luglio.

Il più prolifico è stato il ministero dell’Economia – quello cui in genere spetta definire la maggior parte delle regole attuative – che ha concluso 112 atti, seguito dal Mims (80) e dal ministero dell’Interno (62). Anche la transizione ecologica si è impegnata con 42 provvedimenti attuativi ma rispetto ai target assegnati è tra quelli che si muove un po’ più a rilento (3 su 11 a novembre, con un tentativo di recupero a dicembre quando ne ha centrati 10 rispetto agli 8 assegnati).

Tra i più efficienti il ministero dell’Istruzione che sia a novembre sia a dicembre ha superato i target, così come l’Università e ricerca. Uno scatto a fine anno lo ha registrato anche il turismo, con il 100% a novembre e il 400% a dicembre (1 atto assegnato, 4 realizzati).

(di Silvia Gasparetto/ANSA)

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