Quirinale: Berlusconi punta alla quarta votazione, ma i giochi sono aperti

Una veduta del Quirinale. Sul pennone la bandiera italian, europea e quella presidenziale.
Una veduta del Quirinale.

ROMA. – Con il count down avviato per la prima votazione per il Quirinale è ancora uno solo il candidato ai blocchi di partenza: più passano i giorni e più Silvio Berlusconi mostra di essere sempre più convinto della sua scesa in campo. Il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, conferma i contatti continui con i parlamentari del gruppo Misto da cui Forza Italia spera di ottenere voti, annuncia un confronto anche con il leader di Iv Matteo Renzi e confida: “Dalla quarta votazione possiamo farcela”. “Il Cavaliere è testardo e i leader lo illudono. Penso, tuttavia, che questa candidatura non andrà a buon fine” è la previsione del dem Goffredo Bettini.

Intanto sembra iniziare a scalfire il muro di incredulità, e la stesso fronte dem, anche la proposta lanciata da un gruppo di senatori pentastellati, convinti di poter lanciare il nome di Sergio Mattarella per un suo reincarico, che sarebbe giustificato dalla situazione estremamente delicata che sta vivendo il Paese alle prese con un picco dell’emergenza sanitaria. Ma Mattarella resta indisponibile.

I 5 Stelle, “gli stessi che ci insultarono per la scelta del Quirinale nel 2015, che chiesero di processare Mattarella per alto tradimento, oggi propongono il Bis, dicendo che è la prima scelta dei grillini” ironizza Matteo Renzi che ne approfitta per attaccare il leader pentastellato: “La verità è che Conte nei Cinque Stelle non controlla più niente…” .

Ma tra un ghigno e l’altro, la proposta del gruppetto dei 5 Stelle ha fatto i primi proseliti: la corrente Pd dei Giovani Turchi proporrà la rielezione di Mattarella, annuncia Francesco Verducci: “Questa è la posizione della nostra componente, però mi pare che nel Pd ci sia sensibilità sul tema”. L’area dem che fa capo a Matteo Orfini avanzerà quindi questa proposta nella riunione di direzione e gruppi Pd con Enrico Letta del 13 gennaio.

E non sono gli unici, tra i dem, a prendere in considerazione la possibilità. Tanto che i senatori proponenti ora chiedono a Conte di ufficializzare il nome di Mattarella come la proposta del M5s: “la nostra non è una boutade ma una proposta valutata in molti aspetti: è ragionevole, dettata dalla necessità, trasversale e su cui tutti i 5 Stelle potrebbero convergere”.

Il leader M5s continua a ripetere che non è questo il momento di fare nomi, che il gruppo ne discuterà alla prossima congiunta e minimizza la portata della proposta: sarebbero, afferma il suo entourage, solo 7 i senatori pro-Mattarella anche se loro smentiscono e parlano di una ventina di adesioni. Al Fatto Conte però assicura: “Non mi sento sconfessato”. E sottolinea:” il presidente Mattarella gode dell’unanime considerazione non solo della mia persona ma dell’intero M5s”.

Intanto, ma più sottotraccia, continua il lavoro di chi punta a raccogliere un’ampia maggioranza sul nome di Mario Draghi. Ipotesi che vede sempre più come subordinata la possibilità che a sostituirlo a palazzo Chigi sia un politico e non tecnico. L’ipotesi di un ticket tra Draghi e Dario Franceschini a Chigi “fa rabbrividire” attacca il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia.

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