Coronavirus Italia: ricoveri ancora in aumento, più 25,8% in una settimana

Gente in giro con la mascherina in occasione dei saldi, Torino,
Gente in giro con la mascherina in occasione dei saldi, Torino, 05 gennaio 2022 ANSA/TINO ROMANO

ROMA. – Nuovo balzo dei ricoveri per Covid-19 in Italia, che in una settimana hanno segnato un aumento del 25,8%, con l’occupazione dei posti letto nei reparti di area medica che sale in 13 Regioni e delle terapie intensive in sei. Uno scenario ancora in peggioramento che rende sempre più concreta la possibilità di nuovi cambi di colore per altre Regioni, alcune delle quali risulterebbero ormai vicine alla fascia di rischio arancione.

Ed anche i dati registrati nelle ultime 24 ore non sono rassicuranti, con i nuovi casi a quota 189.109 e 231 morti. Attualmente sono in zona gialla – per aver sforato gli indicatori relativi a incidenza dei casi (fissata a 50 casi per 100mila abitanti) e occupazione di reparti di area medica e terapia intensiva (fissati al 15 e al 10%) – la Calabria, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Lazio, Liguria, Lombardia, Bolzano, Trento, Piemonte, Sicilia e Veneto.

Tutte le altre regioni sono in bianco e nessuna è per ora in arancione, fascia nella quale sono previste restrizioni negli spostamenti per i non vaccinati. Sulla base dei dati attuali, però, sarebbero a rischio zona arancione la Liguria e la Sicilia.

Ad accrescere il rischio è dunque, in primo luogo, proprio l’aumento massiccio dei ricoveri per Covid negli ospedali. Nella settimana 28 dicembre-4 gennaio il tasso di crescita dei ricoveri negli ospedali sentinella della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso) ha infatti avuto una accelerazione del 25,8%, secondo l’ultimo report pubblicato oggi. I non vaccinati ricoverati in rianimazione sono il 72% del totale mentre i vaccinati sono il 28%.

In particolare, secondo i dati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) del 4 gennaio, a livello nazionale il tasso di occupazione di posti letto nei reparti ospedalieri sale al 20% e, in 24 ore, cresce in 13 regioni, raggiungendo livelli più critici in Valle d’Aosta (47%), Calabria (32%), Liguria (31%) e Umbria (27%).

I posti letto in terapia intensiva occupati da pazienti con Covid restano invece al 15% a livello nazionale ma crescono in 6 regioni: Abruzzo (arrivando al 13%), Basilicata (4%), Lombardia (15%), PA di Bolzano (19%), Piemonte (19%) e in Valle d’Aosta (con un +3% arrivano al 12%). Dieci Regioni sono ferme oltre la soglia di allerta del 10% di posti occupati.

I dati del bollettino giornaliero del ministero della Salute confermano il trend: sono 189.109 i nuovi contagi nelle ultime 24 ore (ieri erano stati 170.844) e le vittime sono invece 231 (ieri 259). Inoltre, su 1.094.255 tamponi molecolari e antigenici effettuati, il tasso di positività è al 17,28%%, in aumento rispetto al 13,9% di ieri. Sul fronte ospedaliero, sono 1.428 i pazienti in intensiva, 36 in più in 24 ore, ed i ricoverati nei reparti ordinari sono 13.364, (+452).

Un contesto che spinge l’epidemiologo Carlo La Vecchia, dell’università Statale di Milano, a tracciare un quadro allarmante in cui, afferma, è “possibile” che l’Italia si ritrovi tutta in zona rossa a fine gennaio. Secondo l’epidemiologo Cesare Cislaghi, già presidente della Società italiana di epidemiologia, si rileva una “leggerissima diminuzione dell’accelerazione dei casi, pur essendo questi aumentati tantissimo. Adesso – afferma all’ANSA – i contagi continueranno ad aumentare ma è importante che aumentino sempre con una minore velocità, perché ciò indica che si va verso il picco, ma siamo ancora lontani”.

Ormai i casi dei prossimi 10 giorni, rileva, “sono già segnati qualunque cosa si decida oggi, e ciò perché i contagi si sono già innescati. Ora fondamentale è monitorare l’andamento delle intensive in termini di ingressi: se ci sarà una crescita vertiginosa degli eventi severi rimane solo una misura da prendere, ovvero il lockdown”.

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