Banche in pressing: rinnovare garanzie e moratorie

CArtello con logo delle banche
Cartello con l'insegne di alcune banche italiane. (freenewsonline.it)

ROMA.  – La pandemia riprende forza e le banche italiane rinnovano, questa volta con una lettera formale a governo e Banca d’Italia, la richiesta di mantenere le misure anti crisi varate nel 2020 molte delle quali, come la moratoria, sono scadute al 31 dicembre.

Con una missiva il presidente dell’Abi Antonio Patuelli e il Dg Giovanni Sabatini hanno chiesto al presidente del Consiglio Mario Draghi e al governatore Visco di mantenere il pacchetto del Dl liquidità e le altre misure. Certo la legge di bilancio prevede un’uscita scaglionata di alcune norme con condizioni favorevoli per le PMi ma la variante Omicron e l’impennata dei  prezzi, ha scompaginato le previsioni. Un mese fa un appello informale era stato avanzato dal presidente Abi Patuelli e da allora la situazione è peggiorata. Secondo gli ultimi dati della Task Force sul credito a inizio dicembre erano ancora attive moratorie su prestiti del valore di circa 56 miliardi, sale a oltre 216,5 miliardi il valore delle richieste al Fondo di Garanzia PMI; raggiungono i 30,8 miliardi di euro i volumi complessivi dei prestiti garantiti da Sace.

Il processo di rientro dai finanziamenti peraltro è iniziato da diversi mesi ma persiste ancora una quota di aziende assistite da moratoria che presentano profili di rischio più elevati come segnalato nel suo ultimo rapporto, di novembre, dalla Banca d’Italia. L’istituto centrale ha più volte rilevato come il processo di riduzione delle misure stesse avvenendo in maniera ordinata e che il fisiologico aumento degli Npl con lo scadere della moratoria fosse gestibile. E però aveva inserito anche come caveat l’andamento della pandemia e dei prezzi, due variabili che stanno ora pesando sempre di più e non in maniera transitoria.

Per questo ora l’associazione bancaria chiede anche “la possibilità di offrire la garanzia pubblica sulle operazioni di ristrutturazione di finanziamenti già erogati innanzitutto per le piccole e medie imprese e sia quanto prima attivata la garanzia SACE a “prezzi di mercato” anch’essa prevista dal citato Decreto Liquidità.

Si vedrà ora come intenda muoversi il governo e il Parlamento, questo certamente sensibile alle istanze e difficoltà del tessuto delle pmi. Ma l’Abi chiede anche “che siano sollecitate le Istituzioni Europee a ripristinare le flessibilità inizialmente consentite dall’ EBA in materia di trattamento dei crediti soggetti a misure di “concessione”, come le moratorie, e a modificare la soglia oltre la quale misure di concessione comportano la riclassificazione dell’intera posizione del debitore nella categoria crediti deteriorati”.

(  di Andrea D’Ortenzio/ANSA).

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