Putin vuole garanzie dalla Nato: “L’Italia può aiutare”

Il presidente russo Vladimir Putin.
Il presidente russo Vladimir Putin. (ANSA)

MOSCA. – Vladimir Putin ha dichiarato che devono essere i Paesi della Nato a fornire alla Russia delle garanzie di sicurezza e che devono farlo “immediatamente, ora”.

“La palla è nel loro campo. Devono darci una risposta”, ha detto il leader del Cremlino mentre non si spengono le tensioni tra Mosca e Occidente attorno all’Ucraina. Ma nel corso della sua lunga conferenza stampa annuale Putin ha anche affermato che Mosca al momento nota “una reazione positiva” degli Usa alle proposte russe e ha rimarcato che gli americani si sono detti pronti a discutere di queste “garanzie di sicurezza” a Ginevra all’inizio del prossimo anno.

“Gli Stati Uniti sono pronti a impegnarsi nella diplomacia già all’inizio di gennaio”, sia bilateralmente sia attraverso “canali multipli”, ha affermato alcune ore dopo un funcionario statunitense ripreso dall’Afp. La porta del dialogo rimane dunque aperta e il presidente russo ha parlato pure dell’Italia affermando che “potrebbe avere un ruolo nella normalizzazione delle relazioni tra Russia e Ue e anche sulla linea delle trattative in programma ora tra la Russia e la Nato”.

La situazione ad ogni modo resta delicata. Washington e Kiev accusano Mosca di aver ammassato circa 100.000 soldati vicino al confine con l’Ucraina e dicono di temere un’invasione del Paese da parte della Russia, che però smentisce con decisione di preparare un attacco e definisce “isteria” i sospetti nei suoi confronti. Usa, Ue e Regno Unito hanno detto di essere pronti a nuove pesanti sanzioni nel caso di un attacco all’Ucraina da parte di Mosca, che nel 2014 si è di fatto annessa la Crimea con un’invasione di uomini armati senza insegne di riconoscimento ed è da tempo accusata di appoggiare i miliziani separatisti nel conflitto del sud-est ucraino.

Dal canto suo, Putin ha ribadito anche oggi che la Russia non vuole un conflitto. Mosca, tra le altre cose, chiede che la Nato non si espanda a est e che gli Usa non stabiliscano basi militari sul territorio di Paesi ex sovietici. Ma tra le “linee rosse” definite da Putin ve ne sono alcune a cui i Paesi occidentali hanno già detto di no: ad esempio la richiesta russa di non far entrare l’Ucraina nella Nato. Alcuni osservatori ritengono difficile un ingresso di Kiev nell’Alleanza atlantica nel breve periodo, ma la Casa Bianca ha sottolineato sin da subito che “è la Nato che decide chi aderisce all’Alleanza, non la Russia”.

Nella conferenza fiume di oggi il presidente russo ha affermato che Mosca ha “chiaramente e nettamente” fatto capire che “un ulteriore movimento della Nato verso est è inaccettabile”. “Cosa c’è di incomprensibile? Siamo noi a piazzare i missili vicino ai confini degli Usa? No! Sono gli Usa che con i loro missili sono arrivati alle porte di casa nostra”, ha dichiarato Putin.

In quasi quattro ore il leader del Cremlino ha toccato i temi più diversi, ha affermato che non si deve incolpare il gigante russo Gazprom per l’aumento del prezzo del gas in Europa e ha condannato la decisione degli Usa e di altri Paesi occidentali di non inviare rappresentanti diplomatici ai Giochi di Pechino per protestare contro le violazioni dei diritti umani in Cina.

Il governo russo è accusato di aver inasprito la repressione contro ogni forma di dissenso e persino un’importante organizzazione per la difesa dei diritti umani come Memorial rischia di chiudere i battenti. Il principale rivale di Putin, Alexiei Navalny, è invece in carcere per una condanna che molti osservatori ritengono di matrice politica, così come di matrice politica è considerata la decisione di dichiarare “estremisti” gli uffici locali e la Fondazione Anticorruzione del dissidente.

Navalny è stato arrestato a gennaio, non appena ha rimesso piede in Russia dalla Germania, dove era stato curato per un presunto avvelenamento con una micidiale neurotossina che aveva fatto temere per la sua vita e per il quale l’Occidente sospetta l’intelligence russa. Ma Putin oggi ha ripetuto la sua controversa versione dei fatti secondo cui a Mosca non sarebbero stati forniti i presupposti per aprire un’inchiesta sul caso.

(di Giuseppe Agliastro/ANSA).

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