Nuova vita ai borghi, dal Pnrr un miliardo e linee interventi

Grottammare, uno dei borghi marchigiani più belli d'Italia
Grottammare, uno dei borghi marchigiani più belli d'Italia

ROMA. – Un Piano Nazionale Borghi per vincere la sfida del ripopolamento con un miliardo in arrivo direttamente dal Pnrr. È la sfida al via per dare nuova vita e attrattività ai piccoli centri di cui è costellata l’Italia con il rilancio di almeno 250 borghi. “Stiamo gestendo una grande operazione di valenza culturale sociale”, racconta il ministro della Cultura Dario Franceschini presentando in dettaglio il progetto e l’avviso pubblico per l’accesso alle risorse del Piano.

“Nel nostro Paese – spiega – si è parlato per molti anni di recupero delle aree interne e dei borghi, ma non ci sono stati mai grandi interventi finalizzati a concretizzare questo obiettivo. Ciò che qualche anno fa poteva essere un intervento di natura sociale, oggi diventa una nuova opportunità grazie a condizioni come la banda larga, lo smart working, le nuove tecnologie. Il nuovo piano va esattamente in questa direzione” e prepara il territorio anche “al ritorno dei grandi flussi turistici” con “una cifra molto importante: 1 miliardo di euro”.

Due le linee di azione individuate per finanziare almeno 250 borghi, 21 dei quali scelti dalle Regioni e 229 selezionati con avviso pubblico. In particolare, la prima linea di intervento prevede 420 milioni di euro per progetti pilota di rigenerazione culturale, sociale ed economica in 21 borghi a rischio abbandono o abbandonati, individuati da Regioni e Province autonome entro il 15 marzo 2022.

Si prevedono 20 milioni di euro per ciascun borgo con progetti pilota che portino l’insediamento di nuove funzioni e infrastrutture nel campo della cultura, del turismo, del sociale o della ricerca, come ad esempio scuole o accademia di arti e dei mestieri della cultura, alberghi diffusi, residenze d’artista, centri di ricerca e campus universitari, residenze sanitarie assistenziali (RSA) dove sviluppare anche programmi a matrice culturale, residenze per famiglie con lavoratori in smart working e nomadi digitali.

Alla presentazione delle candidature seguirà una fase negoziale condotta da un Comitato tecnico istituito dal MiC al quale partecipano un rappresentante delle Regioni, uno dell’ANCI e uno delle associazioni partecipanti al Comitato di coordinamento borghi. Entro maggio 2022, l’ammissione a finanziamento e l’assegnazione delle risorse. La seconda linea prevede invece 580 milioni di euro totali.

Di questi, 380 sono per finanziare almeno 229 progetti locali di rigenerazione culturale presentati dai Comuni in forma singola o aggregata (fino a un massimo di tre Comuni) con popolazione residente complessiva fino a 5000 abitanti. La selezione verrà compiuta dalla Commissione di valutazione prevista dall’avviso pubblico che si chiude il 15 marzo 2022, con circa 1,6 milioni di euro a borgo.

Gli altri 200 milioni di euro andranno per sostenere micro-piccole-medie imprese già insediate o che intendono insediarsi all’interno dei borghi selezionati e che svolgono attività culturali, turistiche, commerciali, agroalimentari e artigianali (fino a un totale complessivo tra le due componenti di circa 2,53 milioni di euro a borgo).

In coerenza con le disposizioni del Pnrr, il 40% delle risorse complessive sarà destinato alle otto regioni del Mezzogiorno e gli interventi dovranno essere portati a termine entro giugno 2026. (Avviso pubblico su http://www.cultura.gov.it/borghi).

Un’operazione complessiva, conclude Franceschini, che “potrebbe diventare un prototipo. La strategia non punta solo al ripopolamento delle aree interne, ma ci predispone a quando nel mondo torneranno a esserci i grandi numeri del turismo internazionale, per evitare che ci si ritrovi come a gennaio 2019, con il problema dell’overbooking nelle grandi città d’arte e invece il deserto in luoghi minori, bellissimi, ma non capaci di attrarre turismo. Questa è la prima volta che l’operazione ha questa dimensione e coinvolgimento istituzionale ai vari livelli e crediamo davvero possa invertire una tendenza e prepararci al futuro”.

(di Daniela Giammusso/ANSA)

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