Draghi conferma la stretta sui viaggi, scontro con l’Ue

Senato della Repubblica, 15/12/2021 - Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha reso le Comunicazioni in vista della riunione del Consiglio europeo del 16 dicembre 2021
Senato della Repubblica, 15/12/2021 - Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha reso le Comunicazioni in vista della riunione del Consiglio europeo del 16 dicembre 2021. (Ufficio Stampa e della Comunicazione della Presidenza del Consiglio)

ROMA. – Il governo tira dritto: fino al 31 gennaio servirà un tampone per entrare in Italia dall’estero e la quarantena per i non vaccinati. “Non c’è molto da riflettere”, taglia corto Mario Draghi. E respinge le forti perplessità rimbalzate da Bruxelles, per le limitazioni all’ingresso anche per chi arrivi da Paesi Ue: le misure devono essere “proporzionali e giustificate”, nonché “di breve durata”, avverte la Commissione.

Ma c’è un dato, sottolinea Draghi, alla base della decisione presa martedì dal governo, con un’ordinanza: l’incidenza della variante Omicron in Italia è per ora, secondo l’Iss, solo dello 0,19% mentre dilaga all’estero. La stretta sui viaggi serve a difendere “con le unghie e i denti” una “normalità” che l’Italia ha conquistato “al prezzo di 134mila morti”. E affrontare il Natale con “relativa tranquillità”.

“Buon Natale e anche buone feste”, dice Draghi chiudendo il suo intervento in Parlamento, in vista del Consiglio europeo delle prossime ore. Deputati e senatori si danno il gomito, perché leggono nelle sue parole un velo d’ironia, dopo le polemiche per le linee guida sulla comunicazione per le feste, poi ritirate da Bruxelles.

Il presidente del Consiglio si presenta al vertice Ue convinto che l’Italia sia “più forte in Europa e nel mondo”. Con questa forza, rinsaldata dall’asse sui dossier cruciali con il francese Emmanuel Macron, chiede di continuare con politiche di bilancio espansive e procedere verso una vera “unione politica”.

E’ convinto che il patto di stabilità, sotto la presidenza francese dell’Ue e anche rinsaldando il dialogo con il tedesco Olaf Scholz, sarà rivisto: bisogna “cambiare le regole sugli aiuti di stato” e introdurre il bilancio comune. Assicura che la “fiducia” mostrata all’Italia con i fondi del Pnrr sarà ripagata: la prossima settimana una cabina di regia approverà la relazione annuale che dovrebbe certificare il raggiungimento di tutti i 51 obiettivi entro fine anno.

Sul Covid, però, Draghi non sembra voler cedere ai dubbi dell’Ue, così come non ha ceduto alle perplessità di una parte della sua maggioranza. Dopo aver prorogato fino al 31 marzo il Super Green pass anche in zona bianca (la Lega gradisce poco l’estensione, ma sceglie di non polemizzare) e avere così esteso per altri tre mesi le limitazioni per i non vaccinati, dai ristoranti alle discoteche, il premier tiene ferma la linea sugli arrivi dall’estero.

In Ue solo Italia, Portogallo, Irlanda e, da ultimo, la Grecia, hanno introdotto obbligo di tampone ai viaggiatori. Bruxelles però poco gradisce. Lamenta di non aver ricevuto da Roma nessuna notifica sulle nuove restrizioni, ma dal governo spiegano che la notifica è stata fatta in mattinata, dopo aver firmato nella serata di martedì l’ordinanza.

Tutto risolto? Non proprio. La bozza delle conclusioni del Consiglio Ue chiede di “non ostacolare in maniera sproporzionata la libertà di movimento” in Ue. Se ne parlerà al summit, insomma. Così come si parlerà di contrasto al Covid e di obbligo vaccinale, che a Roma alcuni partiti (dal Pd a Fi) sosterrebbero.

Ma la convinzione nel governo, sul Green pass come sulle regole per i viaggi, è aver indicato la strada: “Nessuno scontro”, dice il ministro Luigi Di Maio, che con Roberto Speranza ha firmato l’ordinanza: “Il nostro faro è la salute e non possiamo rischiare di chiudere dopo le feste”.

Imporre il tampone, spiega Draghi, serve a proteggere gli italiani da Omicron, come già avviene per chi arriva dall’Inghilterra. Ma Roma continua a puntare tutto sui vaccini, che sono “essenziali” per “tenere aperta l’economia, le scuole, i luoghi della socialità”. “Chi non si è vaccinato lo faccia al più presto e fate subito la terza dose”, è l’appello del premier: serve ancora “massima cautela”, perciò si è prorogato lo stato d’emergenza.

Finora, osserva, la ricetta ha funzionato: “I contagi sono in aumento in tutta Europa, con 57 casi al giorno ogni 100.000 abitanti, in Italia l’incidenza è la metà anche se in crescita”. La linea del premier, che cita il Papa, è molto netta anche sui migranti: “Serve un chiaro impegno Ue”, ma anche, in Italia la riforma del sistema di accoglienza e più fondi, perché le “radici” italiane si difendono con “solidarietà e responsabilità”.

La Lega si oppone all’aumento delle quote per i flussi, per aumentare i lavoratori, ma anche qui Draghi sceglie la linea pragmatica. Applaudono a sinistra, mentre gli applausi sono bipartisan per l’impegno contro il caro bollette. Ogni partito, nota più di un parlamentare, batte le mani quando si toccano corde a lui gradite. Anche gli applausi si contano, in un clima da pre-partita per il Quirinale.

(di Serenella Mattera/ANSA)

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