Omicron minaccia economia Usa, rallenta l’occupazione

Cartello con l'annuncio di contrattazioni negli stati uniti. (ANSA/EPA)

NEW YORK. – Il mercato del lavoro americano rallenta. Mentre la variante Omicron preoccupa e minaccia la ripresa, gli Stati Uniti registrano una brusca battuta d’arresto: in novembre l’economia ha creato solo 210.000 posti di lavoro, meno della metà delle attese degli analisti.

Il tasso di disoccupazione è però calato in modo significativo, scendendo i 0,4 punti percentuali al 4,2%.

“La ripresa del mercato del lavoro è forte: l’America è tornata a lavorare. Da quando è iniziata la mia presidenza sono stati creati sei milioni di posti di lavoro”, afferma Joe Biden commentando i dati deludenti. Rassicurando sul suo stato di salute – “ho solo un raffreddore, faccio il test per il Covid tutti i giorni” -, il presidente americano esorta gli americani a vaccinarsi e li invita a stare tranquilli in vista delle feste di fine anno.

“Gli scaffali di supermercati e negozi saranno ben riforniti. Le misure prese contro il caro-prezzi stanno funzionando”, dice definendo “storico” e “incredibile” il calo del tasso di disoccupazione al 4,2%, ovvero due punti percentuali in meno di quando ha assunto l’incarico.

L’ottimismo di Biden non trova terreno fertile a Wall Street. Dopo un avvio in rialzo i listini girano in calo, con perdite intorno al 2% per il Nasdaq e oltre l’1% per lo S&P 500. Gli investitori stanno digerendo i dati sul mercato del lavoro americano e cercando di capire come influenzeranno la Fed e le sue prossime mosse.

Il presidente della banca centrale Jerome Powell ha ventilato nei giorni scorsi davanti al Congresso la possibilità di un’accelerazione del processo di riduzione degli acquisti di asset, spianando di fatto la strada a un rialzo dei tassi di interesse prima delle attese.

Confermando la fragilità della ripresa sulla quale Omicron non ha ancora fatto sentire i suoi effetti, la frenata del mercato del lavoro potrebbe spingere la Fed ad accantonare il suo piano e a procedere con maggiore cautela. E questo anche perché sull’economia si sta di nuovo addensando anche la nuvola del tetto del debito.

Il Congresso ha evitato uno shutdown in extremis ma sul debito non ha ancora agito: se non lo alzerà entro il 15 dicembre gli Stati Uniti potrebbero fare default e scivolare – ha avvertito Yellen – in una profonda recessione trascinandosi dietro l’intero mondo. Ipotesi questa che né la Fed né il Tesoro vogliono considerare, ma che non possono scartare: in un contesto di forte spaccatura politica come quello attuale, un qualsiasi piccolo errore di calcolo potrebbe tradursi, per dirla con le parole di Yellen, in un “evento catastrofico”.

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