Serie A: gol e ribaltoni, Lazio-Udinese è 4-4 al 98′

Immobile segna la prima rete contro l'Udinese. (ANSA)

ROMA.  – Otto gol, due espulsi, una rissa nel finale e una girandola di emozioni sotto una pioggia a tratti violenta. L’interminabile sfida dell’Olimpico tra Lazio e Udinese, che ha chiuso la 15/a giornata di Serie A, regala di tutto, tranne che vincitori. All’Olimpico, infatti, finisce 4-4 al termine di un match dove accade di tutto. Anzi, di più.

Dopo il fischio di Piccinini, però, tutti scontenti: la Lazio perché, al culmine di un inseguimento di un’ora, era riuscita a superare l’Udinese; gli ospiti per avere sprecato un’occasione rarissima, dopo essere stati in vantaggio 2-0 e 3-1, con i biancocelesti seppelliti dai fischi dei propri tifosi a fine primo tempo. La Lazio è stata a lungo in affanno e ha rischiato un tonfo clamoroso; Immobile e compagni sono stati sempre costretti a inseguire da un’Udinese frizzante, dinamica e veloce, anche se troppo leggera in difesa.

All’Olimpico è una serata di emozioni e rovesci clamorosi. La Lazio parte bene, ma è solo un’illusione, perché l’Udinese si rivela un osso assai duro. Luca Gotti conosce bene Maurizio Sarri, che affiancò ai tempi del Chelsea, e riesce a irretirlo, adottando le giuste contromisure. Una mano all’Udinese, soprattutto nel primo tempo, tuttavia, la dà la difesa laziale, assolutamente fuori fase. I friulani, con il passare dei minuti, ricambieranno comunque le varie ‘cortesie’ precedenti.

La Lazio va in avanti già al 3′, mentre l’Udinese passa addirittura in vantaggio al primo affondo: al 17′, dalla trequarti, Jajalo pesca in area Beto che, di testa, supera Reina. Il raddoppio arriva al 32′ sempre grazie all’attaccante portoghese, che riceve da Success, brucia in velocità sia Lazzari che Acerbi, aggira Reina e infine insacca a porta vuota il 2-0. La Lazio è in apnea.

Passano 2′ e i biancocelesti riaprono la partita tanto per cambiare con Immobile, che raccoglie i frutti di un’azione personale di Felipe Anderson e batte il portiere dei friulani.

Le speranze dei padroni di casa, però, vengono nuevamente frustrate dall’Udinese che cala il tris al 44′, con Molina, dopo che Success aveva lanciato Deloufeu e quest’ultimo aveva messo nelle condizioni il compagno di incrociare il destro per firmare il 3-1. Il primo tempo è un calvario per la Lazio, che esce dal campo fra i fischi del pubblico amico e rientra con lo stesso sottofondo.

Però, in una decina di minuti, la squadra di Sarri si rimette in carreggiata: al 6′ lo spagnolo Pedro accorcia le distanze, sulla scia di un errore di Immobile, che aveva graziato Silvestri; all’11’ Milinkovic-Savic, con una parabola velenosa, dopo un errore in uscita di Deloufeu, firma il 3-3.

Le emozioni non sono finite, anzi: passa un minuto e Patric riesce a farsi espellere, dopo avere fermato con le cattive il nigeriano Success. Sarri corre immediatamente ai ripari: richiama Felipe Anderson e lancia l’eterno Radu. Al 24′ le squadre tornano in parità numerica, per effetto di un’ingenuità clamorosa di Molina, che alza inutilmente il gomito contro Radu e si vede sventolare in faccia il secondo giallo.

Il finale è assolutamente imprevedibile: la Lazio arriva al 4-3 con Acerbi e con l’ausilio del Var, che annulla la segnalazione di un fuorigioco. Nel finale Immobile trova pure il 5-3, ma questa volta il fuorigioco c’è. Non c’è in occasione del gol di Arslan che fissa il 4-4 al ’98, con rissa tra Walace e la panchina ,biancoceleste, e lascia tutti scontenti.

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