Aumenta occupazione ad ottobre ma donne escluse

Lavoratori nel settore edile su pontili nella costruzione di un grattacielo. Lavoro
Lavoratori nel settore edile americano.

ROMA.  –    Prosegue la crescita dell’occupazione ad ottobre ma le donne faticano ad agganciare la ripresa: nel mese – rileva l’Istat – gli occupati sono aumentati nel complesso di 35mila unità su settembre ma per le donne la crescita è stata nulla. Su base annua l’aumento complessivo è stato di 390mila unità ma gli uomini al lavoro sono 271mila in più a fronte di 118mila donne.

Il tasso di disoccupazione complessivo è risalito al 9,4%  (+0,2 punti su settembre) soprattutto grazie al calo degli inattivi mentre è diminuito di 0,6 punti su ottobre 2020. Se per gli uomini il tasso dei senza lavoro è diminuito di 0,9 punti su base tendenziale per le donne il calo è stato di 0,3 punti.

La ripresa del lavoro si concentra su quello dipendente, soprattutto a termine, e sull’occupazione dei giovani, in particolare nella fascia tra i 15 e i 24 anni. Prosegue il calo del lavoro indipendente che perde 9mila unità su settembre e 132mila su ottobre 2020.

Ad ottobre gli occupati erano 22 milioni 985mila, 600mila in più rispetto a gennaio 2021 e quasi  200mila in meno rispetto a febbraio 2020, all’inizio della pandemia. Il tasso di occupazione è risalito al 58,6% (+0,1 punti sul mese, +1,2 punti sull’anno ma il tasso ha recuperato un punto percentuale sull’anno per le donne e 1,5 punti per gli uomini.

I disoccupati sono in crescita a 2 milioni 373mila (+52 mila sul mese) , dato legato al calo degli inattivi (-79mila unità). In un periodo di crescita economica, infatti, possono crescere contemporáneamente l’occupazione e la disoccupazione poiché una parte degli inattivi rientrano o entrano per la prima volta nel mercato fiduciosi nella possibilità di trovare lavoro.

La crescita ha riguardato solo il lavoro dipendente (+521mila occupati su ottobre 2020) mentre gli indipendenti arretrano di 132mila unità a 4 milioni 920mila. La tendenza alla riduzione dura da molti anni. Se si guarda a ottobre 2007, prima della crisi economica del 2008, gli autonomi erano 5,9 milioni, circa un milione in più. Su 521mila occupati dipendenti in più su ottobre 2020 137mila sono permanenti e 384mila a termine. Su 44mila dipendenti in più su settembre 25mila sono permanenti e 20mila  a termine (dati arrotondati).

A ottobre 2021 si è registrata soprattutto una crescita di lavoro giovanile con 38mila occupati in più nella fascia 15-24 anni sul mese e 129mila sull’anno. Sul mese è l’unica fascia a crescere insieme a quella degli over 50 che sconta però l’effetto demografico. Sull’anno crescono tutte le fasce meno quella tra i 35 e i 49 anni. Se si guarda al netto della componente demografica crescono tutte le fasce di età con uno sprint per la fascia tra i 15 e i 34 anni che segna un +5,9 degli occupati%.

Il calo del lavoro autonomo preoccupa le associazioni dei commercianti. “La tendenza al ridimensionamento – sottolinea la Confcommercio –  è stata accentuata dalla pandemia” “Rispetto a febbraio del 2020 – sottolinea – il gap è di 318mila unità. Per una ripresa più sostenuta dell’occupazione è necessario che anche questa componente torni a crescere”.

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